Review of 'Maths on the Back of an Envelope' on 'Goodreads'
5 stelle
Spannometria pratica
Rob Eastaway è un noto divulgatore matematico britannico. In questo libro ) si è dedicato alla spannometria. In realtà il suo approccio è più ampio. La spannometria vera e propria - i problemi di Fermi - sono solo verso la fine, mentre nelle sezioni iniziali del libro Eastaway mette in guardia contro la troppa precisione e insegna un po' di trucchi del mestiere, oltre che introdurre il suo Zequals (un uguale disegnato coi dentini a sega, per dire che si taglia via tutto tranne la cifra più significativa). Direi che il libro è assolutamente valido per tutti, giovani e meno giovani; leggendolo, imparerete anche a saper non usare la calcolatrice, o almeno a saperla usare con cognizione di causa!
Review of 'Introduzione alla filosofia della matematica' on 'Goodreads'
4 stelle
Bel testo: peccato per i tanti refusi
Le tre sezioni di questo libro si intitolano rispettivamente "Ontologia: i numeri esistono?", "Metafisica: che cosa sono i numeri?" ed "Epistemologia: com'è possibile conoscere gli oggetti matematici?" Plebani è uno dei filosofi dell'ultima generazione il cui modo di porsi mi piace molto: prendono problemi della vita di tutti i giorni e "non" li risolvono - la filosofia fa domande, non dà risposte! - usando parole comuni. E bisogna dire che Plebani riesce a far sembrare semplici cose difficili, il che è un gran pregio. Il testo è imprescindibile per chi è interessato alla filosofia della matematica: mi chiedo solo perché ci siano tutti quei refusi. Non avete idea di quanto tempo abbia passato a chiedermi il significato del simbolo "↔" in una serie di formule logiche, fino a che ho capito che in realtà era un "×" che era stato chissà come trasformato...
Review of 'The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage' on 'Goodreads'
5 stelle
Avventure davvero mirabolanti!
[Nota: è uscita la traduzione italiana, Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, tradotta dalla mia amica Marta Maria Casetti. Ma io avevo comprato un anno e mezzo fa l'edizione inglese e ho sfruttato l'occasione per toglierla dallo scaffale e leggerla]
Charles Babbage e Ada Lovelace sembrerebbero due personaggi dei fumetti, e infatti Sidney Padua aveva disegnato una breve storia per un Ada Lovelace Day. Ma da cosa nasce cosa, e alla fine è uscito fuori un libro intero. Solo che la storia reale è breve e triste. Ma Padua è fuori come un balcone, e così si è messa a creare un "pocket universe" dove l'Analytic Engine è stato effettivamente costruito e Ada non è morta giovane di cancro, ma ha continuato a lavorare con Babbage, partecipando a mirabolanti avventure dove troviamo di tutto, da Coleridge a George Eliot, da George Boole a Lewis Carroll. …
Avventure davvero mirabolanti!
[Nota: è uscita la traduzione italiana, Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, tradotta dalla mia amica Marta Maria Casetti. Ma io avevo comprato un anno e mezzo fa l'edizione inglese e ho sfruttato l'occasione per toglierla dallo scaffale e leggerla]
Charles Babbage e Ada Lovelace sembrerebbero due personaggi dei fumetti, e infatti Sidney Padua aveva disegnato una breve storia per un Ada Lovelace Day. Ma da cosa nasce cosa, e alla fine è uscito fuori un libro intero. Solo che la storia reale è breve e triste. Ma Padua è fuori come un balcone, e così si è messa a creare un "pocket universe" dove l'Analytic Engine è stato effettivamente costruito e Ada non è morta giovane di cancro, ma ha continuato a lavorare con Babbage, partecipando a mirabolanti avventure dove troviamo di tutto, da Coleridge a George Eliot, da George Boole a Lewis Carroll. Ma questo non sarebbe ancora nulla: in un turbinio di note a piè di pagina e note alla fine del capitolo, Padua spiega per filo e per segno quali sono le sue fonti - molte frasi pronunciate dai protagonisti sono effettivamente loro - e giustifica i suoi anacronismi che nascono per esigenze umoristiche ma non sono mai così lontani dalla realtà da essere del tutto implausibili. Il libro insomma non è solo da gustare per i disegni, ma da leggere da cima a fondo. Imprescindibile.
Review of 'La funzione del mondo. Una storia di Vito Volterra' on 'Goodreads'
5 stelle
Bellissima trasposizione a fumetti della vita di un grande matematico italiano misconosciuto - almeno in patria
Quando Roberto Natalini mi ha detto di avere scoperto che in Italia praticamente nessuno sa chi sia stato Vito Volterra sono rimasto basito. È vero che io gioco in casa, con la mia laurea in matematica: ma per me il nome di Volterra è legato a tantissime cose, culminate con l'essere stato uno dei dodici professori universitari (su più di milleduecento...) che nel 1931 rifiutò di prestare giuramento al regime fascista. Probabilmente è stata proprio la damnatio memoriae voluta da Mussolini che ha contribuito alla rimozione del suo nome, almeno in Italia visto che all'estero è ancora oggi ben noto.
Ben venga dunque questo fumetto - pardon, graphic novel... - pubblicato nell'ottantesimo anniversario della morte di Volterra da Feltrinelli Comics in coedizione con il CNR. Eh sì, perché tra le tantissime attività di Volterra …
Bellissima trasposizione a fumetti della vita di un grande matematico italiano misconosciuto - almeno in patria
Quando Roberto Natalini mi ha detto di avere scoperto che in Italia praticamente nessuno sa chi sia stato Vito Volterra sono rimasto basito. È vero che io gioco in casa, con la mia laurea in matematica: ma per me il nome di Volterra è legato a tantissime cose, culminate con l'essere stato uno dei dodici professori universitari (su più di milleduecento...) che nel 1931 rifiutò di prestare giuramento al regime fascista. Probabilmente è stata proprio la damnatio memoriae voluta da Mussolini che ha contribuito alla rimozione del suo nome, almeno in Italia visto che all'estero è ancora oggi ben noto.
Ben venga dunque questo fumetto - pardon, graphic novel... - pubblicato nell'ottantesimo anniversario della morte di Volterra da Feltrinelli Comics in coedizione con il CNR. Eh sì, perché tra le tantissime attività di Volterra c'è anche stata la spinta alla creazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di cui è stato anche il primo presidente prima di essere defenestrato per far posto a Guglielmo Marconi. Non credo sia un caso che il sottotitolo del libro sia Una storia di Vito Volterra, proprio perché di storie di Volterra se ne potrebbero scrivere tante, e Alessandro Bilotta ne ha scelta una ben specifica, mostrando quello che forse è il filo conduttore della sua vita: non restare chiuso in un orticello per quanto florido, ma cercare di capire il mondo come sistema emergente, maggiore della somma delle sue parti. È emblematica la frase da lui pronunciata: «E non può più funzionare che i matematici non capiscano i fisici e i fisici non capiscano i chimici.»
Ecco così che si può capire meglio la logica dei suoi lavori. Pur essendo in vari casi matematica apparentemente astratta - nel libro fortunatamente non si parla della teoria delle equazioni integro-differenziali - non erano mai fini a sé stessi, ma arrivavano sempre dalla considerazione di sistemi del mondo reale, per cui si poteva e si doveva trovare un modello matematico. Ma la stessa matematica non è qualcosa di statico. La "funzione del mondo" del titolo è una funzione in senso matematico, ma più precisamente una funzione che varia non sui numeri ma sulle funzioni: ciò che oggi chiamiamo funzionale. Lo stesso avviene con il suo studio dei modelli preda-predatore, nato dall'osservazione che anche se durante la prima guerra mondiale la pesca nell'Adriatico era stata forzosamente ridotta ciò non aveva portato a una crescita del numero di pesci, ma a strane fluttuazioni. Questo studio fa entrare ufficialmente la matematica nella biologia, ma soprattutto mostra ancora una volta come i modelli ben fatti siano di stimolo per creare nuova matematica "utile", anche se molti matematici puri storceranno il naso. Ah: Volterra, nonostante avesse 55 anni e fosse senatore del Regno, si arruolò volontario per dare una mano allo sforzo bellico. Non esattamente l'immagine tipica di un matematico.
Gli acquerelli di Dario Grillotti non solo aggiungono piacere alla lettura, ma danno un'incredibile sensazione di realismo. Vi faccio solo un esempio personale. Nel capitolo 3, quando il giovane Volterra viene invitato a cena da Betti, i due passeggiano per Pisa. In effetti la prima vignetta mostra un pezzo della scalinata del palazzo della Carovana, ma non me ne ero accorto subito, preso dalla storia: non il massimo, per uno che ci ha passato quattro anni della propria gioventù. Ma quando sono arrivato alla vignetta mostrata qui sopra ho esclamato "ma siamo in piazza delle Vettovaglie!" Bene, provateci voi a mettere nello stesso libro immagini chiaramente oniriche come quella di Volterra e il futuro genero D'Ancona immersi nel mare a guardare pesci che mangiano altri pesci, e immagini così precise che permettono di rievocare ricordi di quasi quarant'anni fa! L'ultima tavola, con la foto di famiglia del vecchio patriarca, mi ha fatto poi venire una lacrimuccia, pensando all'ostracismo che l'aveva colpito.
Natalini, insieme ad Andrea Plazzi (il gatto e la volpe... anzi la volpe e il gatto) è stato coinvolto come consulente scientifico: potete insomma essere certi che il fumetto, oltre a essere davvero bello, è anche accurato. Il multiforme Natalini ha anche scritto una breve biografia di Volterra in appendice al libro, che è presentato dall'attuale presidente CNR Massimo Inguscio. Insomma, è l'occasione adatta per cominciare a ricordarsi di un'eccellenza italiana ingiustamente lasciata da parte.
Review of 'Intelligenza artificiale' on 'Goodreads'
3 stelle
Troppo leggero
È abbastanza interessante notare come in questo libro ci siano un nome noto, quello appunto di Quintarelli; un nome immagino noto nel mondo dei media, quello di Claudia Giulia Ferrauto che ha anche fatto la redazione del libro, e quattro giovani ricercatori: Francesco Corea, Fabio Fossa, Andrea Loreggia, Salvatore Sapienza che mi sa abbiano fatto la maggior parte del lavoro sporco. Ancora più interessante la scelta di non specificare chi ha scritto cosa... Dal mio punto di vista di anzyano che pur non avendo avuto a che fare con l'AI se l'è trovata spesso vicina il testo è troppo leggero. Per dire, il capitolo 2 è giusto un excursus storico, il 3 sui grandi temi è comunque a livello (di temi etici) estremamente alto. Anche quando nel seguito si parla di interazioni uomo-macchina ed etica, si rimane a livello molto più superficiale di quanto per esempio si può …
Troppo leggero
È abbastanza interessante notare come in questo libro ci siano un nome noto, quello appunto di Quintarelli; un nome immagino noto nel mondo dei media, quello di Claudia Giulia Ferrauto che ha anche fatto la redazione del libro, e quattro giovani ricercatori: Francesco Corea, Fabio Fossa, Andrea Loreggia, Salvatore Sapienza che mi sa abbiano fatto la maggior parte del lavoro sporco. Ancora più interessante la scelta di non specificare chi ha scritto cosa... Dal mio punto di vista di anzyano che pur non avendo avuto a che fare con l'AI se l'è trovata spesso vicina il testo è troppo leggero. Per dire, il capitolo 2 è giusto un excursus storico, il 3 sui grandi temi è comunque a livello (di temi etici) estremamente alto. Anche quando nel seguito si parla di interazioni uomo-macchina ed etica, si rimane a livello molto più superficiale di quanto per esempio si può trovare in Superintelligenza di Nick Bostrom. L'unica parte che ho trovato davvero nuova è la trattazione di tipo economico, dove si mostra come il "commesso intercambiabile" dei negozi odierni ha il vantaggio per le aziende di costare di meno e quindi trasferire valore dalla persona al mercato. In definitiva, se non sapete nulla di intelligenza artificiale al di fuori dei titoloni apocalittici il libro vi sarà utile; se però avete già una qualche conoscenza potete farne a meno.
Nelle note finali, l'autore è descritto come un ragazzo prodigio che "ha lavorato per tre compagnie high tech, due banche e un senatore per poi dedicarsi all'insegnamento compiuti i 19 anni". Generalmente una presentazione di questo genere non mi mette affatto in una buona predisposizione: ma in questo caso riconosco che il libro merita davvero. Tenete conto che, numeri o non numeri, questo non è un libro che spiega la matematica. Esso racconta in fatti un po' di idee di matematica che stanno al di fuori di quello che si studia a scuola, come del resto indicato sin dall'inizio con l'"albero della conoscenza" (tra l'altro, i disegni di m erazo aumentano il fascino del testo), ma senza pretese di spiegare come funzionano, per l'ottima ragione che servirebbe molto più spazio. Questo significa insomma che anche chi ha paura della matematica può apprezzarlo, proprio …
Un approccio che non vi sembrerà matematico
Nelle note finali, l'autore è descritto come un ragazzo prodigio che "ha lavorato per tre compagnie high tech, due banche e un senatore per poi dedicarsi all'insegnamento compiuti i 19 anni". Generalmente una presentazione di questo genere non mi mette affatto in una buona predisposizione: ma in questo caso riconosco che il libro merita davvero. Tenete conto che, numeri o non numeri, questo non è un libro che spiega la matematica. Esso racconta in fatti un po' di idee di matematica che stanno al di fuori di quello che si studia a scuola, come del resto indicato sin dall'inizio con l'"albero della conoscenza" (tra l'altro, i disegni di m erazo aumentano il fascino del testo), ma senza pretese di spiegare come funzionano, per l'ottima ragione che servirebbe molto più spazio. Questo significa insomma che anche chi ha paura della matematica può apprezzarlo, proprio perché non "si fa" matematica. Proprio per questo la sezione finale, con la teoria del tutto tradotta come "l'universo è una struttura matematica", è un po' spiazzante per chi è abituato a vedere di solito la divulgazione fisica, ma ha il suo senso nel contesto. La parte più debole è probabilmente il dialogo sui fondamenti della matematica, che potrebbe venire a noia a molti: la cosa buffa è che a quanto pare c'è però tutta una corrente di scrittori che ritiene che i fondamenti devono essere spiegati con i dialoghi. Conoscevo Imre Toth e il suo libro No!; mentre leggevo questo libro ho anche scoperto che un'ottantina di anni fa Arend Heyting cominciò il suo libro sull'intuizionismo con un dialogo a cinque voci. (Ma tutta questa è filosofia della matematica, non matematica...). Per la cronaca, il titolo del numero è corretto: Beckman non usa numeri ma li scrive in lettere. Quindi per esempio la superficie di una sfera è S-two, e non S²; e riesce persino a fare una dimostrazione del fatto che i numeri reali sono più dei razionali senza usare numeri. Niente male...
Vabbè, il titolo ufficiale di questo libro è 2^ℵ_0 = ℵ_1. Vi lascio immaginare perché si usi il sottotitolo per indicarlo :-) Come il titolo indica, Toffalori non vuole raccontare l'aritmetica degli infiniti (cardinali, per amor di precisione) quanto la storia dell'ipotesi del continuo. Ho apprezzato alcune sue intuizioni che non avevo mai visto in giro; ma devo dire di essere rimasto un po' deluso quando ho visto che i teaser che aveva sparso per il testo si sono limitati alla segnalazione di alcuni risultati degli ultimi anni che hanno a che fare con l'ipotesi del continuo, senza però andare non dico nel dettaglio ma almeno un po' più in profondità. Non garantisco che la cosa fosse fattibile: ma allora sarebbe stato meglio evitare di pubblicizzarla...
Il pi greco è un numero sfuggente ancorché ubiquo. Sono tanti i libri che parlano di esso; però in questo caso devo dire che ci troviamo davanti a uno stranissimo miscuglio. Il testo è pieno di formule e derivazioni matematiche, quindi parrebbe più adatto per un matematico; ma Beckmann mette subito le cose in chiaro, e afferma che «Poiché non sono né uno storico né un matematico, mi sento del tutto qualificato per scrivere questo racconto». E in effetti il testo è inframmezzato di commenti per nulla sfumati contro tutto quello che non gli piace, dagli antichi romani ai cristiani, dai nazisti ai comunisti sovietici (Beckmann è di origine ceca, la sua famiglia emigrò in Gran Bretagna per sfuggire ai nazisti, rientrarono in patria dopo la guerra ma nel 1963 Beckmann defezionò verso gli USA). Questo può rendere meno indigesta la lettura a chi non mastica matematica e …
Strano miscuglio
Il pi greco è un numero sfuggente ancorché ubiquo. Sono tanti i libri che parlano di esso; però in questo caso devo dire che ci troviamo davanti a uno stranissimo miscuglio. Il testo è pieno di formule e derivazioni matematiche, quindi parrebbe più adatto per un matematico; ma Beckmann mette subito le cose in chiaro, e afferma che «Poiché non sono né uno storico né un matematico, mi sento del tutto qualificato per scrivere questo racconto». E in effetti il testo è inframmezzato di commenti per nulla sfumati contro tutto quello che non gli piace, dagli antichi romani ai cristiani, dai nazisti ai comunisti sovietici (Beckmann è di origine ceca, la sua famiglia emigrò in Gran Bretagna per sfuggire ai nazisti, rientrarono in patria dopo la guerra ma nel 1963 Beckmann defezionò verso gli USA). Questo può rendere meno indigesta la lettura a chi non mastica matematica e vuole solo avere un'idea della storia dietro il numero. La prima edizione del libro è del 1971 (anche se la versione in ebook è del 2014), pertanto non ci sono gli ultimi risultati ottenuti dai computer; ma tanto Beckmann li considerava di poco interesse, visto che sono solo conti... Chissà se però avrebbe apprezzato l'algoritmo che calcola una specifica cifra decimale di π senza ricavare prima le altre!
Scrivere un libro in coppia non è un'impresa semplice: non solo gli autori devono essere affiatati, ma occorre anche trovare un modo per amalgamare gli stili di scrittura. In questo caso le cose direi che sono andate davvero bene. Marmi approccia la teoria del caos in modo chiaro ed efficace, mostrando qual è la differenza tra caos e caso a parte lo scambio di lettere; Malvaldi ci aggiunge la verve, con battute sdrammatizzanti che dovrebbero far sopportare il testo anche a chi scappa davanti alla matematica. Il libro è insomma un ottimo modo per imparare qualcosa in più della matematica del Novecento, che di solito è impossibile per i non addetti ai lavori. Poi è chiaro che se uno compra il libro perché ha visto il nome di Malvaldi e pensava di trovare racconti come quelli del Bar Lume - come si può leggere in un …
Spiegazioni chiare e divertenti
Scrivere un libro in coppia non è un'impresa semplice: non solo gli autori devono essere affiatati, ma occorre anche trovare un modo per amalgamare gli stili di scrittura. In questo caso le cose direi che sono andate davvero bene. Marmi approccia la teoria del caos in modo chiaro ed efficace, mostrando qual è la differenza tra caos e caso a parte lo scambio di lettere; Malvaldi ci aggiunge la verve, con battute sdrammatizzanti che dovrebbero far sopportare il testo anche a chi scappa davanti alla matematica. Il libro è insomma un ottimo modo per imparare qualcosa in più della matematica del Novecento, che di solito è impossibile per i non addetti ai lavori. Poi è chiaro che se uno compra il libro perché ha visto il nome di Malvaldi e pensava di trovare racconti come quelli del Bar Lume - come si può leggere in un paio di recensioni su Amazon - allora ha completamente sbagliato la scelta...
Questo libro ha un approccio alla matematica elementare piuttosto peculiare, con Taylor che controbatte ai peana di Mike per la matematica mostrando come nella vita le cose siano ben diverse. Vi riporto una domanda, per darvi un'idea di quello che intendo. Quando gli si chiede quanti anni ha, il professor Newman risponde "Se li quadruplichi e togli due, ottieni 110". (a) Quanti anni ha? (b) Perché il professor Newman parla così? (la risposta a (b) è "Perché gli riesce difficile aprirsi alla gente") Oppure c'è un classico word problem, con due amiche che partono ciascuna con una quantità x di soldi e comprano un po' di bottiglie di vino. Alla domanda "qual è l'espressione che corrisponde ai soldi che hanno alla fine" le risposte sono (a) x - (3(40)+5(55)); (b) 2x-95; (c) 2x+95; (d) "Si vive una volta sola" (risposte corrette: (b) …
Ricordatevi che la matematica non è una panacea
Questo libro ha un approccio alla matematica elementare piuttosto peculiare, con Taylor che controbatte ai peana di Mike per la matematica mostrando come nella vita le cose siano ben diverse. Vi riporto una domanda, per darvi un'idea di quello che intendo. Quando gli si chiede quanti anni ha, il professor Newman risponde "Se li quadruplichi e togli due, ottieni 110". (a) Quanti anni ha? (b) Perché il professor Newman parla così? (la risposta a (b) è "Perché gli riesce difficile aprirsi alla gente") Oppure c'è un classico word problem, con due amiche che partono ciascuna con una quantità x di soldi e comprano un po' di bottiglie di vino. Alla domanda "qual è l'espressione che corrisponde ai soldi che hanno alla fine" le risposte sono (a) x - (3(40)+5(55)); (b) 2x-95; (c) 2x+95; (d) "Si vive una volta sola" (risposte corrette: (b) e (d)). Non sono certo che il libro vi insegnerà a risolvere i problemi matematici, anche perché in poche pagine si passa dall'algebra di base alla trigonometria e all'analisi matematica; ma vi rivelerà la fondamentale interconnessione di tutte le cose e soprattutto vi ricorderà che non è detto che a una domanda bisogna sempre rispondere in modo matematicamente corretto. Ah, se il cognome Frey vi fa venire in mente Glenn Frey degli Eagles avete proprio ragione: era suo padre.
[Disclaimer: I got this book via LibraryThing's Early Reviewer program] I am not really sure if this book could be useful to very young children (its target). The illustrations by Liuba Syrotiuk are very nice and colorful, and I am sure that the children would love to see and touch them - my ARC is a pdf file, which is good for review it but not to use it. What I feel lacking from Justine Avery is a way to explain children why (and how...) they can think outside the box. For example, what does it mean "slowing down when everyone else is rushing around"? A more sensible advice could have been "before rushing, stop and think if there is some other way to do one thing". Even the (sound) advice "It's always being proud of your mistakes" is followed by "Because they are just as valuable as every …
[Disclaimer: I got this book via LibraryThing's Early Reviewer program] I am not really sure if this book could be useful to very young children (its target). The illustrations by Liuba Syrotiuk are very nice and colorful, and I am sure that the children would love to see and touch them - my ARC is a pdf file, which is good for review it but not to use it. What I feel lacking from Justine Avery is a way to explain children why (and how...) they can think outside the box. For example, what does it mean "slowing down when everyone else is rushing around"? A more sensible advice could have been "before rushing, stop and think if there is some other way to do one thing". Even the (sound) advice "It's always being proud of your mistakes" is followed by "Because they are just as valuable as every time you get things right", while I would have expected something like "Because next time you will know what not to do". I understand that a child cannot be given hard rules, but there could have been some more guidance.
The Hundred-Year-Old Man Who Climbed Out the Window and Disappeared (Swedish: Hundraåringen som klev ut …
Review of 'Hundredyearold Man Who Climbed Out Of The Window And Disappeared' on 'Goodreads'
4 stelle
Forrest Gump incontra Stefano Benni
Se vi chiedeste come mai ho letto questo libro in inglese e non in italiano, vi rispondo che è una lunga storia che risale a sette anni fa: ho sempre troppi libri da leggere, e quindi mi sono perso la traduzione italiana. La storia del centenario che non ha nessuna voglia di farsi festeggiare e scappa dalla casa di riposo è scritta - almeno in inglese - con un tono che mescola understatement britannico e humour nordico. Parte lentamente, ma gli squarci nel passato di Allan, che ha incontrato praticamente tutti i grandi leader del ventesimo secolo (oltre all'Einstein sbagliato...), fanno tanto Forrest Gump; il dipanarsi della storia, con polizia e malviventi che cercano lui e i suoi compagni di strada senza mai riuscire a cavare un ragno dal buco, sono un po' Clouseau ma soprattutto Stefano Benni con le sue storie dentro la storia: …
Forrest Gump incontra Stefano Benni
Se vi chiedeste come mai ho letto questo libro in inglese e non in italiano, vi rispondo che è una lunga storia che risale a sette anni fa: ho sempre troppi libri da leggere, e quindi mi sono perso la traduzione italiana. La storia del centenario che non ha nessuna voglia di farsi festeggiare e scappa dalla casa di riposo è scritta - almeno in inglese - con un tono che mescola understatement britannico e humour nordico. Parte lentamente, ma gli squarci nel passato di Allan, che ha incontrato praticamente tutti i grandi leader del ventesimo secolo (oltre all'Einstein sbagliato...), fanno tanto Forrest Gump; il dipanarsi della storia, con polizia e malviventi che cercano lui e i suoi compagni di strada senza mai riuscire a cavare un ragno dal buco, sono un po' Clouseau ma soprattutto Stefano Benni con le sue storie dentro la storia: il finale è così surreale da strappare più che una risata.
The world's most entertaining and useless self-help guide, from the brilliant mind behind the wildly …
Review of 'How To: Absurd Scientific Advice for Common Real-World Problems' on 'Goodreads'
5 stelle
xkcd è sempre pazzo
Una cosa è certa. Leggendo i libri di Munroe, a parte guardare i disegnini, uno si chiede di che cosa si faccia. Anche in questo caso le cose che propone sono completamente pazze, ma le sue spiegazioni sono perfettamente corrette, ancorché inapplicabili. Potremmo dire che il libro è un modo per insegnare un po' di fisica senza che ce ne rendiamo conto; ma forse è meglio dire che è un modo per capire quali cose sono impossibili all'atto pratico, e soprattutto quali sono i processi mentali di un fisico nel risolvere un problema - cosa completamente diversa dai processi mentali di un matematico quale io sono, per esempio. Stavolta poi xkcd è anche riuscito a coinvolgere altra gente, come per esempio Serena Williams per colpire un drone in volo... Come sempre, una lettura godibilissima.
Quando Judita Cofman parla di "giovani matematici" lo intende in modo letterale. In questo libro trovate problemi che in gran parte non sono alla portata di tutti, e dovete fare avanti-e-indietro dal testo alla soluzione per riuscire a capirci qualcosa. Occorre però dire che i problemi sono scelti molto bene, nel senso che non servono solo a valutare le abilità di risoluzione ma hanno tutti un certo qual interesse (matematico, ovvio). Tanto per dire, la terza sezione comprende problemi studiati dai grandi matematici... Le "suggestions" del titolo sono proprio queste: l'abituare i futuri matematici a quello che si fa nel loro mestiere.
Review of '"La congettura dell\'anima. Storia dell\'uomo che ha scoperto la forma dell\'universo"' on 'Goodreads'
3 stelle
[Disclaimer: ho ricevuto il libro dall'autore] Non c'è che dire. La figura di Grigorij Perel'man sembra fatta apposta per scriverci su un romanzo. Ma a questo punto bisogna decidere come trattarlo: la matematica sarà anche bella, ma è difficile da rendere in modo appassionante per chi matematico non è. Giovanni Calia in questo suo libro sceglie un approccio inconsueto: abbiamo sì un Grigorij che riesce a dimostrare la congettura di Poincaré e poi sparisce, ma non si chiama Perel'man bensì Pavlovič. Lavorare in un universo alternativo dà ovviamente una maggiore libertà nello sviluppare la storia, come sappiamo bene da quando è nato il romanzo storico: non so quanto sia comune che sia il protagonista a cambiare volto, però l'idea è molto buona e - come l'autore scrive nel romanzo - ci permette di ricostruire un puzzle diverso da quello che noi abbiamo conosciuto entrando nell'uomo e non fermandosi al matematico. …
[Disclaimer: ho ricevuto il libro dall'autore] Non c'è che dire. La figura di Grigorij Perel'man sembra fatta apposta per scriverci su un romanzo. Ma a questo punto bisogna decidere come trattarlo: la matematica sarà anche bella, ma è difficile da rendere in modo appassionante per chi matematico non è. Giovanni Calia in questo suo libro sceglie un approccio inconsueto: abbiamo sì un Grigorij che riesce a dimostrare la congettura di Poincaré e poi sparisce, ma non si chiama Perel'man bensì Pavlovič. Lavorare in un universo alternativo dà ovviamente una maggiore libertà nello sviluppare la storia, come sappiamo bene da quando è nato il romanzo storico: non so quanto sia comune che sia il protagonista a cambiare volto, però l'idea è molto buona e - come l'autore scrive nel romanzo - ci permette di ricostruire un puzzle diverso da quello che noi abbiamo conosciuto entrando nell'uomo e non fermandosi al matematico. Io addirittura avrei lasciato i link alla storia reale in un'appendice, in modo da evitare la commistione tra realtà e narrativa: ma quelle sono scelte stilistiche su cui non posso certo sindacare. Devo però aggiungere che mentre la parte finale del libro scorre bene, in quella iniziale sono rimasto più perplesso: da un lato i pensieri dei protagonisti sono molto spesso esplicitati in un modo che mi ricorda più la pulp literature che un romanzo; dall'altro ci sono alcuni punti che potevano essere resi in modo più scorrevole. Ma alla fine non preoccupatevi: non serve sapere di matematica per leggerlo!