Baylee ha recensito We Have Always Been Here di Samra Habib
We Have Always Been Here
4 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
<blockquote><i>“You have everything you need. I can’t wait for people to see what I’ve known all along—that you’re amazing.”</i></blockquote>
We Have Always Been Here mi ha lasciato addosso un’enorme gioia, che di questi tempi non è male, e non perché racconti una storia priva di momenti difficili ed eventi traumatici, ma perché riesce a raccontare molto bene la meraviglia di scoprire e riscoprire la propria identità al di là di ogni muro di ignoranza, paura e intolleranza.
È una di quelle storie da leggere per ampliare le nostre conoscenze sulle diversità presenti nelle comunità musulmane, troppo spesso appiattite da una narrazione standard che oscura qualunque punto di vista non si allinei con l’idea che ci siamo fattз di loro: e quel che è peggio è che magari ci convinciamo di saperla lunga solo perché abbiamo sentito le stesse …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
<blockquote><i>“You have everything you need. I can’t wait for people to see what I’ve known all along—that you’re amazing.”</i></blockquote>
We Have Always Been Here mi ha lasciato addosso un’enorme gioia, che di questi tempi non è male, e non perché racconti una storia priva di momenti difficili ed eventi traumatici, ma perché riesce a raccontare molto bene la meraviglia di scoprire e riscoprire la propria identità al di là di ogni muro di ignoranza, paura e intolleranza.
È una di quelle storie da leggere per ampliare le nostre conoscenze sulle diversità presenti nelle comunità musulmane, troppo spesso appiattite da una narrazione standard che oscura qualunque punto di vista non si allinei con l’idea che ci siamo fattз di loro: e quel che è peggio è che magari ci convinciamo di saperla lunga solo perché abbiamo sentito le stesse storie in così tante salse diverse che ci pare pure di essere diventatз espertз.
Il brutto di questo appiattimento è che storie importanti che farebbero sentire meno sole le persone incapaci di adeguarsi a quella narrazione rimangono incastrate e non fluiscono nel continuum che ci racconta e ci aiuta a definire i vari aspetti delle nostre identità. Habib cerca di metterci una pezza e raccontare la sua storia di musulmana queer.
Non solo: essendo anche (diventata) una fotografa, Habib è andata in giro a fotografare altre persone musulmane queer, raccontando anche un po’ di loro. Altre piccole storie che si aggiungono al patchwork: vi consiglio di andare a buttarci un occhio.
<blockquote><i>When I asked Zainab what advice she would give to young queer Muslims who are looking for support and community, her response gave me chills. I still turn to her words for motivation: “We have always been here, it’s just that the world wasn’t ready for us yet. Today, with all the political upheavals in the Muslim World, some of us, those who are not daily threatened with death or rejection, have to speak for others. They have to tell stories of a community that is either denied or scorned. Together, through facing distinct realities, we should be united—united in the desire to be, in the desire to enjoy being free, safe, and happy. It is not going to be easy and one may never reach a reconciliation with oneself (or with religion), but at least we should care for each other. In face of the challenges, our sense of community and our shared aspirations for a better world should make us stronger.”</i></blockquote>