Baylee ha recensito Rebecca la prima moglie di Daphne Du Maurier
Rebecca la prima moglie
4 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Sono rimasta piuttosto sorpresa dalla lettura di Rebecca la prima moglie: nella mia testa era “solo” un romanzo sulla presenza ingombrante di una moglie defunta e sulla governante più inquietante mai partorita dalla mente umana, la celeberrima signora Danvers; invece mi sono ritrovata a leggere una storia molto intrigante e sulla quale mi sono arrovellata un bel po’.
Du Maurier inizia raccontando quello che potrebbe essere l’arrivo del Principe Azzurro/Maxim de Winter che salva la Fanciulla da una Matrigna arcigna/Van Hopper, sposandola e portandola nel suo castello. Tuttavia, fin da subito abbiamo sentore di un disagio strisciante: innanzi tutto questa fanciulla non ha un nome e nemmeno una gran personalità, a quanto pare il suo più grande pregio. Dopo tutto c’è già stata Rebecca accanto a questo Principe Azzurro: una donna indomabile è più che sufficiente nella …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Sono rimasta piuttosto sorpresa dalla lettura di Rebecca la prima moglie: nella mia testa era “solo” un romanzo sulla presenza ingombrante di una moglie defunta e sulla governante più inquietante mai partorita dalla mente umana, la celeberrima signora Danvers; invece mi sono ritrovata a leggere una storia molto intrigante e sulla quale mi sono arrovellata un bel po’.
Du Maurier inizia raccontando quello che potrebbe essere l’arrivo del Principe Azzurro/Maxim de Winter che salva la Fanciulla da una Matrigna arcigna/Van Hopper, sposandola e portandola nel suo castello. Tuttavia, fin da subito abbiamo sentore di un disagio strisciante: innanzi tutto questa fanciulla non ha un nome e nemmeno una gran personalità, a quanto pare il suo più grande pregio. Dopo tutto c’è già stata Rebecca accanto a questo Principe Azzurro: una donna indomabile è più che sufficiente nella vita, grazie tante.
Infatti, se la personalità della seconda signora De Winter è docile e assolutamente assuefatta ai suoi sentimenti per il marito, quella di Rebecca è così strabordante da tracimare anche i limiti della morte e da continuare a influenzare le vite di coloro che le erano più vicino. Rebecca sembra non avere misura: eccessiva in tutto, che si trattasse di bellezza, perversione, femminilità o autorità. Troppo eccessiva per una società che faceva della modestia femminile un ideale imprescindibile e che non si faceva troppi scrupoli nel punire e reprimere ogni impudicizia.
Arrivata alla fine del romanzo non ho potuto fare a meno di chiedermi chi fosse davvero Rebecca, della quale non abbiamo mai il punto di vista, ma ci viene solo raccontata, sia da chi la odiava, sia da chi la idolatrava. Non una santa o una puttana, ma più probabilmente una donna che vedeva la subalternità agli uomini alla quale era costretta, la trovava intollerabile e cercava di ribellarsi come poteva, anche con mezzi immorali, e senza fare sconti alle donne che invece si piegavano accondiscendenti a quella dominazione. Non il più positivo dei modelli, ma Rebecca si è conquistata la mia simpatia: cosa ce ne facciamo di donne ideali quando possiamo speculare su quelle controverse?