Una macchina veloce, una costa da raggiungere e una donna alla fine della strada.
Dean e Sal (Neal Cassidy e Jack Kerouac) si mettono in viaggio, animati da una infinita ansia di vita e di esperienza, sulle highways dell'America e del Messico. Sulla strada ne racconta le tappe, le rivelazioni, gli incontri, dando vita a una storia di grande autenticità artistica ed esistenziale dai ritmi tesi e coinvolgenti. Romanzo dell'amicizia e delle difficoltà dell'amore, della ricerca di sè, del desiderio di appartenenza e del bisogno di rivolta, narrazione di un andare senza fine che cancelli l'ombra della noia e quella più grande e oscura della morte, Sulla strada dà corpo a tutti i grandi miti dell'America.
That was it. I closed the book, talked to a friend about it, threw a few things into a backpack, and we bought a ticket for the first train leaving the station. It was around ’91 or ’92, and it’s an experience I’ll never forget.
It was a book that marked entire generations, but nowadays, when everything is so certain and just a click away, that spirit seems to be gone.
Until one day.
Freedom and Fado.
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Finalmente anch’io ho letto il libro iconico della beat generation: ci è voluta la quarantena per convincermi a dargli una possibilità perché in tutta onestà non mi sembrava un libro che facesse per me. In effetti, in parte è stato così, ma sono abbastanza sicura che avrei apprezzato di più Sulla strada se Kerouac avesse usato meglio il suo talento.
La mia impressione alla fine della lettura è stata quella di un romanzo squilibrato: ci sono un sacco di pagine su posti visti, gente conosciuta e azioni svolte che magari nelle intenzioni di Kerouac volevano rompere le logiche borghesi, ma che a me sono sembrate solo un elenco fine a se stesso di posti, gente e azioni. Immagino che nel 1957 quelle pagine restituissero un significato dissacrante semplicemente esistendo, ma oggi mi è sembrato molto meno incisivo. …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Finalmente anch’io ho letto il libro iconico della beat generation: ci è voluta la quarantena per convincermi a dargli una possibilità perché in tutta onestà non mi sembrava un libro che facesse per me. In effetti, in parte è stato così, ma sono abbastanza sicura che avrei apprezzato di più Sulla strada se Kerouac avesse usato meglio il suo talento.
La mia impressione alla fine della lettura è stata quella di un romanzo squilibrato: ci sono un sacco di pagine su posti visti, gente conosciuta e azioni svolte che magari nelle intenzioni di Kerouac volevano rompere le logiche borghesi, ma che a me sono sembrate solo un elenco fine a se stesso di posti, gente e azioni. Immagino che nel 1957 quelle pagine restituissero un significato dissacrante semplicemente esistendo, ma oggi mi è sembrato molto meno incisivo.
Tuttavia, ci sono delle scintille di critica alla società ancora perfettamente valide e puntuali nella loro denuncia. Ci è voluta un po’ di tenacia per vederle in mezzo ai posti, alla gente e alle azioni buttate lì, ma hanno reso la mia esperienza di lettura tutto sommato positiva e mi hanno messo voglia di leggere altro di Kerouac (consigli?).