Baylee ha recensito Una storia d'amore di Carolyn Hays
Lettera a mia figlia transgender
3 stelle
Avviso sul contenuto Libro dove si parla anche di transfobia
Sapere che esiste un sistema di assistenza sociale per cui una figura professionale preparata si fa carico di indagare famiglie con minori in difficoltà o addirittura in pericolo è, idealmente, una fonte di rassicurazione: sapere che c’è la società pronta a farsi carico di te se ti è toccato in sorte un ambiente familiare non ideale per la tua crescita è una bella cosa – soprattutto se funzionasse a dovere. Ma cosa accade quando ai servizi sociali arriva una segnalazione secondo la quale si starebbe “omosessualizzando” una bambina?
La mia parte queer è decisamente indignata da questa possibilità: che razza di segnalazione è? La mia parte più razionale pensa che comunque è una segnalazione e, per quanto probabile che nasconda qualcosa di male nel cervello di chi l’ha fatta piuttosto che nella famiglia segnalata, meglio dare un’occhiata: ci sono tante cose assurde in questo mondo e potremmo trovarci davanti a una strana setta. Il problema è che, se non c’è una legge che tutela lə bambinə trans in questi casi, tutto è rimesso alla discrezione dell’assistente sociale: il che vuol dire che, come in caso della figlia di Hays, anche se la bambina è amata e attentamente seguita nel suo percorso, potrebbero allontanarla dai suoi genitori perché non sta crescendo secondo il genere assegnatole alla nascita.
Il racconto di Hays e le sue riflessioni sono molto interessanti: ovviamente, il focus non è tanto la transizione della figlia, quanto il suo ruolo di genitore nell’accompagnarla alla scoperta di se stessa e nel cercare di farla vivere in un ambiente accogliente e sicuro. Sono un po’ basita dalle recensioni che si aspettavano informazioni sulla transizione: non è quello lo scopo del libro, che vuole porre l’accento su quali possono essere i pericoli di crescere unə bambinə trans in un contesto dove la transfobia è ancora rampante, non solo a livello popolare, ma anche – soprattutto – a livello istituzionale e legislativo.
Ho solo due lamentele. La prima riguarda riguarda il modo in cui Hays a un certo punto inizia a parlare di sua figlia. Passi un po’ di ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja perché quello di Hays è comunque il punto di vista di un genitore e ci tiene a farci sapere quanto sia brillante e intelligente sua figlia. Ma questa retorica pressoché innocua nel corso del memoir diventa una fastidiosa retorica della bambina speciale. Ovviamente Hays non intende fare niente di male, ma a me è sembrato piuttosto sgradevole associare una presunta “specialità” alla capacità di sua figlia di capire se è abbastanza al sicuro da poter fare coming out senza rischi. Non è un superpotere, è una triste necessità per quanto a Hays possa sembrare fuori del comune.
La seconda lamentela riguarda la traduzione: è terrificante. In più di un passaggio si usa il maschile in maniera impropria e – davvero – “i trans” non si può sentire in un libro tradotto nel 2022. È bello che le CE portino queste storie in Italia, ma – vi prego – fatelo con più consapevolezza.