Baylee ha recensito Volti nell'acqua di Janet Frame
Volti nell'acqua
5 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Janet Frame è stata una delle autrici del cuore della mia infanzia: annovero Cuor di formica (che credo sia anche l’unico libro per bambinu che abbia scritto, ma potrei sbagliarmi) tra i libri che più mi hanno fatto compagnia prima dell’adolescenza. Quindi nella mia testa era avvolta in un’aurea di luminosità e positività: per la me stessa adulta è stato un po’ shockante scoprire che invece ha avuto una vita piuttosto difficile e colpita dall’ignoranza in materia di salute mentale e neurodiversità.
Frame fu rinchiusa per la prima volta in un ospedale psichiatrico nel 1945 perché non fu ritenuta normale, perdendo anche l’idoneità all’insegnamento. Nei successivi otto anni fu ricoverata molte altre volte, venendo sottoposta a trattamenti disumani, quali l’elettroshock e la terapia dello shock insulinico. Le fu risparmiata la lobotomia solo perché nel 1951 pubblicò il …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Janet Frame è stata una delle autrici del cuore della mia infanzia: annovero Cuor di formica (che credo sia anche l’unico libro per bambinu che abbia scritto, ma potrei sbagliarmi) tra i libri che più mi hanno fatto compagnia prima dell’adolescenza. Quindi nella mia testa era avvolta in un’aurea di luminosità e positività: per la me stessa adulta è stato un po’ shockante scoprire che invece ha avuto una vita piuttosto difficile e colpita dall’ignoranza in materia di salute mentale e neurodiversità.
Frame fu rinchiusa per la prima volta in un ospedale psichiatrico nel 1945 perché non fu ritenuta normale, perdendo anche l’idoneità all’insegnamento. Nei successivi otto anni fu ricoverata molte altre volte, venendo sottoposta a trattamenti disumani, quali l’elettroshock e la terapia dello shock insulinico. Le fu risparmiata la lobotomia solo perché nel 1951 pubblicò il suo primo libro, La laguna e altre storie, ed ebbe un grande successo, vincendo anche lo Hubert Church Memorial Award.
Pensate un po’, allontanata dall’insegnamento perché non si comportava come una brava insegnante deve fare (il tentativo di suicidio, il rifiuto di tornare a casa dai familiari violenti…) e risparmiata dalla lobotomia perché utile a dare lustro alla letteratura neozelandese. Brava finché stai al tuo posto, ti comporti come la società si aspetta e servi a qualcosa; cattiva nel momento in cui rifiuti di accettare passivamente il tuo ruolo.
Volti nell’acqua è la storia terribile di una donna ritenuta malata di mente e curata come Frame con elettroshock e terapia dello shock insulinico. È la storia di una discesa verso la disumanità: Istina, la protagonista, ci prova a essere quello che lo staff medico e le persone al di fuori della struttura psichiatrica si aspettano che lei sia. Ci prova davvero a sottomettersi a quella tortura dell’elettroshock mostrandosi tranquilla e volenterosa, grata a chi la sevizia per il suo impegno nel cercare di salvarla.
Ma Istina continua a non guarire. E più la paziente è difficile e più scivola nel baratro del trattamento disumano, perché più sei irrecuperabile e meno possibilità hai di uscire di nuovo dall’ospedale psichiatrico e meno il personale si fa scrupoli, ogni dignità umana persa con la tua normalità.
Volti nell’acqua è un romanzo autobiografico dal quale si esce a fatica, trascinando i piedi nel pantano che sono diventate le vite di queste donne dimenticate e con la consapevolezza che Frame ci ha addolcito la pillola, perché pensava che, se avesse scritto davvero di quanto era stata tremenda la sua esperienza, nessunu le avrebbe creduto.