Baylee ha recensito Storia del mio breve corpo di Billy-Ray Belcourt
Storia del mio breve corpo
3 stelle
Questo è il genere di libro di cui concludo la lettura senza sapere se ho letto un pessimo libro o se sono io a non essere abbastanza intelligente o informata da avere gli strumenti opportuni per capirlo. Forse è proprio un mix di queste due mancanze, da parte mia e da parte di Billy-Ray Belcourt, a non avermi convinta del tutto.
Per quanto riguarda le mie mancanze, sicuramente io faccio fatica a capire queste personalità così immerse nella loro arte da richiedere una pari immersione da parte dellə lettorə: durante la lettura ho bisogno di trovare e seguire il bandolo della matassa e qui non l’ho trovato, finendo per perdermi. Inoltre, le tematiche del libro probabilmente richiedono una conoscenza della società canadese che io non ho: ho solo una vaga – vaghissima – idea della storia deə nativə canadesi e penso di essermi persa molto significato a causa di questa …
Questo è il genere di libro di cui concludo la lettura senza sapere se ho letto un pessimo libro o se sono io a non essere abbastanza intelligente o informata da avere gli strumenti opportuni per capirlo. Forse è proprio un mix di queste due mancanze, da parte mia e da parte di Billy-Ray Belcourt, a non avermi convinta del tutto.
Per quanto riguarda le mie mancanze, sicuramente io faccio fatica a capire queste personalità così immerse nella loro arte da richiedere una pari immersione da parte dellə lettorə: durante la lettura ho bisogno di trovare e seguire il bandolo della matassa e qui non l’ho trovato, finendo per perdermi. Inoltre, le tematiche del libro probabilmente richiedono una conoscenza della società canadese che io non ho: ho solo una vaga – vaghissima – idea della storia deə nativə canadesi e penso di essermi persa molto significato a causa di questa mia ignoranza.
Per quanto riguarda, invece, le mancanze che ho trovato nello stile di Belcourt confesso di essere rimasta folgorata dal suo sguardo sulle questioni che tocca (il colonialismo, l’esistenza come persona queer e nativa, il capitalismo…), ma la potenza del suo punto di vista viene alquanto smorzata dal modo in cui è espressa. Qua, secondo me, emerge con prepotenza il fatto che Belcourt sia un poeta: infatti, certi affermazioni fulminanti, capaci di rivoltare il modo in cui di guarda a una questione, non vengono sostenute da un approfondimento che nella prosa è necessario per non farle rimanere appese in un cielo vuoto. Sarebbero degli ottimi versi, ma in questa prosa perdono forza e svaniscono in fretta, lasciando un senso di insoddisfazione.
Consiglierei dunque Storia del mio breve corpo? Non lo so: gli assegnerò le tre stelline politiche di quando non capisco cosa ne penso di una lettura. Sicuramente, se vi ispira, non fatevi influenzare dalla mia opinione – cosa che vale sempre, ma di più nei casi in cui sono la prima a non aver capito un libro. Penso, però, che, se mi capiterà tra le mani, leggerò volentieri un libro di poesie di Belcourt.