Baylee ha recensito Il pregiudizio psichiatrico di Giorgio Antonucci
Il pregiudizio psichiatrico
5 stelle
La mia prima reazione di fronte a un’affermazione quale la malattia mentale non è una malattia e la psichiatria non è una scienza è di grande scetticismo: essendo, infatti, un’affermazione forte, richiede delle prove importanti. Essendo Giorgio Antonucci un famoso psichiatra che si è speso per il miglioramento delle condizioni deə malatə mentali ed Elèuthera una buona casa editrice, valeva la pena di concedere il beneficio del dubbio.
Innanzi tutto, Antonucci non nega l’esistenza delle malattie mentali in assoluto: tuttavia, sostiene che, in quanto malattie, debbano far riferimento ad alterazioni che modificano negativamente lo stato di salute della persona, alterazioni che possono essere individuate in modo inequivocabile. So che sembra un’ovvietà, ma buona parte della storia della psichiatria è segnata da diagnosi fatte a casaccio, spesso a servizio del potere: basta pensare alle diagnosi di isteria, presunta malattia dalla sintomatologia così vaga che oggi è stata scissa in più malattie …
La mia prima reazione di fronte a un’affermazione quale la malattia mentale non è una malattia e la psichiatria non è una scienza è di grande scetticismo: essendo, infatti, un’affermazione forte, richiede delle prove importanti. Essendo Giorgio Antonucci un famoso psichiatra che si è speso per il miglioramento delle condizioni deə malatə mentali ed Elèuthera una buona casa editrice, valeva la pena di concedere il beneficio del dubbio.
Innanzi tutto, Antonucci non nega l’esistenza delle malattie mentali in assoluto: tuttavia, sostiene che, in quanto malattie, debbano far riferimento ad alterazioni che modificano negativamente lo stato di salute della persona, alterazioni che possono essere individuate in modo inequivocabile. So che sembra un’ovvietà, ma buona parte della storia della psichiatria è segnata da diagnosi fatte a casaccio, spesso a servizio del potere: basta pensare alle diagnosi di isteria, presunta malattia dalla sintomatologia così vaga che oggi è stata scissa in più malattie (mentali e/o fisiche) oppure criticata per essere il frutto di un ambiente discriminatorio, soprattutto nei confronti delle donne.
E proprio l’ambiente per Antonucci è fondamentale: gran parte delle presunte malattie mentali, infatti, vengono ricondotte a “un difetto della personalità, un’incrinatura dell’integrità intellettuale e spirituale degli individui”. Una definizione vaghissima e che non ha niente di scientifico: è facile, anzi, vedere la pericolosità di questa indeterminatezza, che può essere piegata al capriccio del momento, che sia quello dellə psichiatra o quello della classe dirigente che vuole sbarazzarsi di persone indesiderabili.
Per sostenere la sua tesi, Antonucci ci presenta alcune cartelle cliniche di pazienti di manicomi che ha personalmente liberato. Pur con il loro linguaggio clinico e asciutto, fanno emergere una situazione di violenza estrema. È evidente che per persone internate, anche quando avevano dei problemi, hanno visto le loro condizione degenerare sempre più nell’ambito della disumanizzazione del manicomio. Una delle storie che mi ha colpito di più è quella di Valerio, entrato in manicomio a circa otto anni e diventato cieco a un certo punto del suo ricovero senza che nessunə si preoccupasse di aggiornare la sua cartella clinica: tanto era solo un idiota cerebropatico, completamente incapace di stabilire il minimo contatto, un paziente da tenere costantemente legato al letto per evitare che si auto-infliggesse delle lesioni. Eppure Antonucci è riuscito a tirarlo fuori dal buco nero nel quale era stato precipitato e a vedere dei miglioramenti costanti nella sua condizione, semplicemente prendendosi cura di lui.
Il pregiudizio psichiatrico è una finestra su un’umanità indesiderata o problematica perché non abbiamo previsto una collocazione sociale per lei. È ancora oggi una questione irrisolta, visto che abolire i manicomi non ha magicamente fatto sparire il problema della necessità di prendersi cura delle persone con malattie mentali. Non è male ricordarsene.