Baylee ha recensito The Savior di J.R. Ward
The Savior
5 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Con The Savior Zia Ward mi ha spiazzato di brutto: è un romanzo piuttosto diverso da come me l’ero immaginato, ma non è stato un male. Anzi, adoro che Ward sia ancora capace di sorprendermi.
Innanzi tutto, pensavo che avrebbe parlato di salute mentale, visto che ci era sempre stato raccontato che Murhder era stato cacciato dalla Confraternita dopo aver perso la testa per aver scoperto la verità sull’identità di Xhex. In realtà, la sua storia è più complicata di così e il suo tracollo appartiene al passato. Poi, c’è un ritorno alle origini, con pochi punti di vista: ne saranno contentə ə fan che trovavano i suoi ultimi lavori affollati, ma a me un po’ dispiace non sapere come se la sta passando Trez (anche se a dicembre uscirà una novella dedicata a lui e Selena… già …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Con The Savior Zia Ward mi ha spiazzato di brutto: è un romanzo piuttosto diverso da come me l’ero immaginato, ma non è stato un male. Anzi, adoro che Ward sia ancora capace di sorprendermi.
Innanzi tutto, pensavo che avrebbe parlato di salute mentale, visto che ci era sempre stato raccontato che Murhder era stato cacciato dalla Confraternita dopo aver perso la testa per aver scoperto la verità sull’identità di Xhex. In realtà, la sua storia è più complicata di così e il suo tracollo appartiene al passato. Poi, c’è un ritorno alle origini, con pochi punti di vista: ne saranno contentə ə fan che trovavano i suoi ultimi lavori affollati, ma a me un po’ dispiace non sapere come se la sta passando Trez (anche se a dicembre uscirà una novella dedicata a lui e Selena… già piango) o che combinano i Bastardi nella loro nuova casa.
Che c’è quindi in The Savior? Molta famiglia, di quella che ti caccia perché non gli vai più bene e di quella che non ti vede davvero, ma dà per scontata la tua presenza. È una dinamica che si trova spesso in storie che parlano di persone LGBTQIA+ e, infatti, l’ho trovata tristemente familiare: il rifiuto, l’allontanamento, la solitudine e la diffidenza reciproca, ma anche i bei ricordi passati, il venirsi incontro, la comprensione reciproca e il cambiamento. È vero che a volte l’amore non basta, ma certamente questo è necessario per trovare il coraggio di buttare giù quelle convinzioni che definiscono il nostro mondo.
Così, mentre la storia tra Murhder e la Confraternita può ricominciare, quella di qualcun altro può avere proprio inizio: la famiglia si allarga e si fa accogliente, come dovrebbe sempre essere. È bene che sia accaduto adesso (dopo averci fatto intravedere Murhder nell’ottavo libro e poi niente, eh, Ward? È stato proprio un lungo viaggio), visto che lei è tornata. In grande stile e con quelle scarpe ai piedi…
Non vedo l’ora di avere tra le mani The Sinner, che uscirà solo tra un anno, mamma mia, non voglio pensarci… Devo concentrarmi sulla novella di Trez e Selena e sulla ripresa dello spin-off (finalmente, il povero Boone era rimasto senza il suo libro), che ci regalerà pure la storia del fratellastro di Rhage! Ma anche per quest’ultimo dovremo aspettare l’anno prossimo… che sofferenza appassionarsi alle serie in corso...