Baylee ha recensito Dearest Ivie di J. R. Ward (Black Dagger Brotherhood - 15.5)
Dearest Ivie
5 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Quest’anno J.R. Ward, prima dell’uscita del sedicesimo volume della saga (The Thief, che ho già recensito perché sono wild e ho deciso di ignorare l’ordine cronologico…), ci ha deliziato con l’uscita di una storia breve – Dearest Ivie appunto – incentrata su due personaggi che non avevamo mai incontrato, Silas e Ivie. Non fanno parte della Confraternita o del suo entourage, per così dire, ma… chissà. Come dice sempre Ward quando le fanno qualche domanda troppo curiosa… keep reading!
L’aspetto che ho amato di più in questa storia breve è l’idea che il lieto fine non arrivi standolo ad aspettare e che non sia idilliaco come ce lo aspetteremmo. È un tratto abbastanza distintivo di questa serie (e uno dei motivi per i quali è così apprezzata): anche quando interviene l’elemento che permette a due …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Quest’anno J.R. Ward, prima dell’uscita del sedicesimo volume della saga (The Thief, che ho già recensito perché sono wild e ho deciso di ignorare l’ordine cronologico…), ci ha deliziato con l’uscita di una storia breve – Dearest Ivie appunto – incentrata su due personaggi che non avevamo mai incontrato, Silas e Ivie. Non fanno parte della Confraternita o del suo entourage, per così dire, ma… chissà. Come dice sempre Ward quando le fanno qualche domanda troppo curiosa… keep reading!
L’aspetto che ho amato di più in questa storia breve è l’idea che il lieto fine non arrivi standolo ad aspettare e che non sia idilliaco come ce lo aspetteremmo. È un tratto abbastanza distintivo di questa serie (e uno dei motivi per i quali è così apprezzata): anche quando interviene l’elemento che permette a due personaggi di stare insieme, questo non porta mai alla perfezione idilliaca, all’ideale maschile o femminile tipico del romance, ma ogni tipo di diversità viene accolto con amore nella coppia invece di essere cancellato a colpi di fantasy.
Ci sono tanti esempi di disabilità fisica o malattia mentale nel corso della serie e Ward si muove sempre molto bene nel definirle, senza tratteggiarle come limiti alla piena realizzazione del personaggio, ma senza neanche nascondere le difficoltà che certe condizioni possono comportare per una persona e quindi per una coppia. A dispetto del genere letterario, insomma, c’è molto realismo.
Silas e Ivie si incontrano in un brutto momento della vita del primo e, per quanto breve, Ward ha scritto una storia capace straziarci l’anima e di farci adorare Ruhn ancora una volta – sul serio, conosciamo questo personaggio da pochissimo e già lo amiamo come se fosse Wrath, che ormai ci fa compagnia da più di dieci anni!