Baylee ha recensito Tutto il nostro sangue di Sara Taylor
Tutto il nostro sangue
3 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
Tutto il nostro sangue è l’esordio letterario di Sara Taylor e io me lo sarei perso di certo se non fosse stato per il GdL LiberTiAmo: mi sarebbe dispiaciuto molto perché, nonostante qualche difetto, è un romanzo interessante.
Innanzi tutto propone figure femminili di tutto rispetto: nonostante il desolante contesto di violenza nel quale gran parte di queste donne si ritrova a vivere, nessuna di loro viene dipinta come la tipica vittima impotente alla quale ci hanno abituato i vari spot antiviolenza. Si tratta sì di vittime, ma questo non le definisce: sono le loro scelte a definirle, sia che siano condivisibili (lasciare il loro aguzzino o aiutare un’altra donna a farlo) sia che non lo siano (omicidi e mutilazioni… sì, non si va tanto per il sottile).
Inoltre, mi è piaciuta tantissimo l’organizzazione del romanzo, che …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
Tutto il nostro sangue è l’esordio letterario di Sara Taylor e io me lo sarei perso di certo se non fosse stato per il GdL LiberTiAmo: mi sarebbe dispiaciuto molto perché, nonostante qualche difetto, è un romanzo interessante.
Innanzi tutto propone figure femminili di tutto rispetto: nonostante il desolante contesto di violenza nel quale gran parte di queste donne si ritrova a vivere, nessuna di loro viene dipinta come la tipica vittima impotente alla quale ci hanno abituato i vari spot antiviolenza. Si tratta sì di vittime, ma questo non le definisce: sono le loro scelte a definirle, sia che siano condivisibili (lasciare il loro aguzzino o aiutare un’altra donna a farlo) sia che non lo siano (omicidi e mutilazioni… sì, non si va tanto per il sottile).
Inoltre, mi è piaciuta tantissimo l’organizzazione del romanzo, che non segue uno sviluppo in ordine cronologico degli eventi, ma ogni capitolo è ambientato in un anno diverso, spesso con personaggi diversi come protagonisti. Questo conferisce al romanzo un sapore da raccolta di storie brevi, anche se collegate tra di loro, molto piacevole.
Veniamo ora alle note dolenti. Francamente, non ho proprio capito quale fosse il ruolo dell’elemento di realismo magico che a un certo punto viene introdotto nella narrazione. L’ho trovato un po’ buttato là a casaccio e davvero non necessario. Tuttavia, il climax del “che-cazzo-sto-leggendo” Taylor lo raggiunge con i capitoli ambientati in un ipotetico futuro distopico e/o post-apocalittico.
Quei capitoli li ho capiti anche meno del realismo magico. Ma erano proprio necessari? O, perlomeno, era proprio necessario introdurli solo con le paranoie di una tipa, peraltro citate in fretta e furia alla fine di un capitolo e che sembrano sul momento solo i deliri di una vecchia pazza? Messi così sembrano troppo slegati dal resto della narrazione e si ha l’impressione di leggere tutto un altro romanzo.
Oltretutto, ho la netta sensazione che il messaggio cruciale fosse proprio in quello spiazzante mondo distopico: peccato non averlo colto perché troppo impegnata a chiedermi dove fossi finita...