Baylee ha recensito La zoccola etica di Dossie Easton
La zoccola etica
4 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
La zoccola etica è uno dei primi manuali sul poliamore che si siano presentati sulla scena editoriale: è uscito per la prima volta nel 1997, quando la parola poliamore nemmeno esisteva e se ne parlava al negativo (“relazioni non-monogame”).
Questa sua vocazione pionieristica, nonostante le autrici ci abbiano rimesso le mani nel 2009, emerge con forza dalle pagine de La zoccola etica e penso ne faccia un buon libro per iniziare a entrare nel mondo del poliamore (sia che vogliate diventare poliamoros sia che siate curios). Si tratta, infatti, di un libro ponte tra la monogamia e il poliamore, tanto che di molti consigli potrebbero beneficiare anche le relazioni “tradizionali”.
Anzi, sono rimasta molto sorpresa da quanto le solite rubriche di consigli per coppie siano bloccate in una logica monogamica (okay, ho scoperto l’acqua calda, ma non …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
La zoccola etica è uno dei primi manuali sul poliamore che si siano presentati sulla scena editoriale: è uscito per la prima volta nel 1997, quando la parola poliamore nemmeno esisteva e se ne parlava al negativo (“relazioni non-monogame”).
Questa sua vocazione pionieristica, nonostante le autrici ci abbiano rimesso le mani nel 2009, emerge con forza dalle pagine de La zoccola etica e penso ne faccia un buon libro per iniziare a entrare nel mondo del poliamore (sia che vogliate diventare poliamoros sia che siate curios). Si tratta, infatti, di un libro ponte tra la monogamia e il poliamore, tanto che di molti consigli potrebbero beneficiare anche le relazioni “tradizionali”.
Anzi, sono rimasta molto sorpresa da quanto le solite rubriche di consigli per coppie siano bloccate in una logica monogamica (okay, ho scoperto l’acqua calda, ma non ci avevo mai davvero riflettuto sul serio) e molto intrigata dal potenziale devastante che il poliamore potrebbe avere sul patriarcato (sì, in questo libro c’è anche tanto femminismo). Inoltre, sono contenta che Easton e Hardy ricordino ai loro lettori che le relazioni, poliamorose e no, possono essere anche non sessuali e che l’asessualità esiste: si è zoccole nella testa, non tra le gambe. Essere zoccole significa vivere serenamente e con gioia qualsiasi tipo di relazione e/o sessualità consensuale si preferisca. Insomma, alla fine del libro, mi sono sentita un po’ zoccola anch’io…
Ho trovato due soli punti di perplessità: uno è stato la logica del “non puoi amare qualcun se prima non ami te stess”. Questa affermazione, che sentiamo spesso, è molto criticata perché esclude dall’affettività persone che potrebbero avere problemi nell’accettazione di sé o un malattia mentale come la depressione. Queste persone non possono innamorarsi e non sono degne di amore? Non finché non hanno imparato ad “amarsi”? È una pretesa piuttosto stupida e crudele…
L’altra perplessità riguarda il classico tradimento. Da quello che so, le persone poliamorose tengono a distinguere nettamente i tradimenti dai loro rapporti poliamorosi, che avvengono con il consenso di tutti i membri della relazione. Easton e Hardy, invece, hanno inserito una parte dedicata ai tradimenti e a come uscirne: se le alternative previste solitamente sono lasciarsi o ricostruire il rapporto di prima, le autrici aggiungono quella di aprire la coppia e inglobare l’amante. Non sono esperta di poliamore e non so bene cosa dire al riguardo: capisco il bisogno delle persone poliamorose di togliere ogni associazione tra le loro relazioni e il tradimento, ma anche l’onestà di Easton e Hardy che ne ammettono la possibilità.
Mi riservo ogni ulteriore commento dopo la lettura di Più di due, che è del 2014 e nella prefazione Janet Hardy afferma che tra i due libri ci siano delle differenze di vedute. Vi lascio molto curiosa di approfondire e con il consiglio di leggere questo manuale per la saggezza e i consigli preziosi per chiunque abbia o desideri avere una relazione con una o più persone.