Baylee ha recensito La figlia della spada di Steve Bein
La figlia della spada
3 stelle
Se siete in cerca di qualcosa di particolare, questo romanzo potrebbe fare al caso vostro. Certo, Steve Bein è un esordiente e non è esente da difetti più o meno grandi, ma nel complesso La figlia della spada è stata una lettura gradevole.
Il romanzo è incentrato su tre spade leggendarie che hanno il potere di cambiare il destino di chi le possiede. Ci troviamo in Giappone e, sebbene il filone principale sia ambientato nel 2010, Bein sceglie di raccontarci anche tre momenti significativi nella storia delle tre spade, dividendo il romanzo in più parti.
Riguardo alle parti storiche, non so dire se siano accurate o meno, dato che la mia conoscenza del Giappone è piuttosto limitata, ma devo dire che le storie dei fratelli Okuma e di Kiyama Keiji mi hanno colpita molto. Al di là della coerenza storica (alla quale, per sua stessa ammissione, l'autore ha dedicato molta …
Se siete in cerca di qualcosa di particolare, questo romanzo potrebbe fare al caso vostro. Certo, Steve Bein è un esordiente e non è esente da difetti più o meno grandi, ma nel complesso La figlia della spada è stata una lettura gradevole.
Il romanzo è incentrato su tre spade leggendarie che hanno il potere di cambiare il destino di chi le possiede. Ci troviamo in Giappone e, sebbene il filone principale sia ambientato nel 2010, Bein sceglie di raccontarci anche tre momenti significativi nella storia delle tre spade, dividendo il romanzo in più parti.
Riguardo alle parti storiche, non so dire se siano accurate o meno, dato che la mia conoscenza del Giappone è piuttosto limitata, ma devo dire che le storie dei fratelli Okuma e di Kiyama Keiji mi hanno colpita molto. Al di là della coerenza storica (alla quale, per sua stessa ammissione, l'autore ha dedicato molta attenzione), l'ho trovate ben fatte e coinvolgenti.
Il filone principale, che ha come protagonista Mariko, una giovane detective, l'ho trovato più scricchiolante. Credo che la colpa vada per lo più attribuita proprio alla caratterizzazione della protagonista e alla parte delle sue indagini. Bein, studiando filosofia, si trova più a suo agio con i personaggi saggi, che esprimono i loro pensieri tramite massime o allegorie. Avete presente l'Imperatore in Mulan? Davanti alle minacce del capo degli Unni, risponde: ”Per quanto il vento soffi forte, una montagna non può inchinarsi ad esso.”. Ecco, Bein sguazza a suo agio con questo tipo di personaggio e colpisce favorevolmente il lettore. La caratterizzazione di Mariko non appare altrettanto efficace: mi è sembrata forzata nel suo ruolo, poco spontanea e naturale.
Anche il giallo scricchiola. Non ci sono grandi colpi di scena, nessun depistaggio che possa ingannare un lettore. Tutto fila liscio così come lo si può facilmente intuire dalle prime pagine. Anche quando l'autore inserisce una rivelazione, questa è così logica e razionale da non riuscire a stupire. Un po' come scrivere: se A è uguale a B e B è uguale a C, allora A è uguale a C. Alla fine nessuno si sorprende della tesi, visto che questa segue semplicemente dalle ipotesi.