Baylee ha recensito L'armata dei sonnambuli di Wu Ming
L'armata dei sonnambuli
5 stelle
Dopo la delusione di Q, ci ho messo molti anni prima di riprendere in mano un libro scritto da Wu Ming come collettivo, nonostante abbia continuato a frequentare il loro blog e abbia letto altre loro cose; ma devo dire che L’armata dei sonnambuli mi è davvero piaciuto tanto. Mi è sembrato di leggere un romanzo dell’Ottocento, ma con il pregio di non dover fare lo slalom tra concetti datati e irritanti.
L’armata dei sonnambuli racconta la rivoluzione francese focalizzandosi sul ribollire delle idee – e delle conseguenti azioni – di libertà, uguaglianza e fraternità che si opposero al potere dell’Ancien Régime. Ho apprezzato molto che si vedano in nuce e quasi di sfuggita molte idee che sono radicali ancora oggi, ma che allora non potevano essere strutturate come siamo abituatз a incontrarle. Ma sono già lì, a sobbollire informi nella rabbia dellз oppressз davanti al potere …
Dopo la delusione di Q, ci ho messo molti anni prima di riprendere in mano un libro scritto da Wu Ming come collettivo, nonostante abbia continuato a frequentare il loro blog e abbia letto altre loro cose; ma devo dire che L’armata dei sonnambuli mi è davvero piaciuto tanto. Mi è sembrato di leggere un romanzo dell’Ottocento, ma con il pregio di non dover fare lo slalom tra concetti datati e irritanti.
L’armata dei sonnambuli racconta la rivoluzione francese focalizzandosi sul ribollire delle idee – e delle conseguenti azioni – di libertà, uguaglianza e fraternità che si opposero al potere dell’Ancien Régime. Ho apprezzato molto che si vedano in nuce e quasi di sfuggita molte idee che sono radicali ancora oggi, ma che allora non potevano essere strutturate come siamo abituatз a incontrarle. Ma sono già lì, a sobbollire informi nella rabbia dellз oppressз davanti al potere che schiaccia e non ammette dissenso.
I tre personaggi principali, nonostante siano la rappresentazione di libertà, uguaglianza e fraternità, non sono affatto allegorie vuote volte a mostrare la nobiltà dei concetti, ma persone di sangue e carne, che compiono sì gesta eroiche (nel senso supereroistico pop del termine), ma si ritrovano anche a fare i conti con il fatto di non avere abbastanza potere per poter davvero cambiare il loro mondo e a faticare semplicemente nel tirare a campare. Tutto quello che possono fare è non arrendersi quando le cose vanno male, quando il mondo non va nella direzione per la quale avevano lottato e già perso così tanto e riprendersi dallo sbandamento.
Essendo un romanzo ben piantato nella storia (Wu Ming in questo sono sempre una garanzia), sappiamo già che i i nostri protagonisti non otterranno la società dei loro sogni, eppure non li si può proprio definire perdenti. Un po’ perché è gente come noi che vuole solo vivere in pace e con dei mezzi adeguati, un po’ perché a quanto ne sappiamo la guerra contro il potere non è di quelle che si possono vincere in via definitiva: si vince qualche battaglia al massimo, se ci va bene e le circostanze sono favorevoli, prima di essere spazzatз via dalle onde del tempo (a meno che non ci vada particolarmente bene e un collettivo Wu Ming del futuro non si metta a spulciare negli archivi e si interessi per caso al nostro nome).