Baylee ha recensito Un albero cresce a Brooklyn [microform] di Betty Smith (Le Najadi, collezione di grandi narratori ; v. 9)
Review of 'Un albero cresce a Brooklyn [microform]' on 'Goodreads'
4 stelle
Non essendo nata con la camicia, il mito del self-made man (quello che alla fine ce la fa, non importa quante avversità debba fronteggiare) ha sempre avuto appeal su di me.
Così è stato anche con Un albero cresce a Brooklyn, la storia di Francie e della sua famiglia, che cercano di tirare avanti e migliorarsi a dispetto della loro sfortunata partenza. Tutti i personaggi di questa famiglia sono interessanti e con le loro caratteristiche peculiari: dalla femminilità pericolosa di Sissy alla granitica forza di Katie; dal sognatore Johnny alla fedele Mary.
Tutti i membri di questa famiglia puntano con forza verso l'obiettivo: far studiare i figli. A partire dalla nonna, nelle loro menti è stata ben instillata l'importanza dell'istruzione, a cominciare dall'alfabetizzazione: così, noi lettori li vediamo avvicinarsi alla meta un passetto – e tanti sacrifici – alla volta, da una generazione all'altra.
Siamo nei primi anni del …
Non essendo nata con la camicia, il mito del self-made man (quello che alla fine ce la fa, non importa quante avversità debba fronteggiare) ha sempre avuto appeal su di me.
Così è stato anche con Un albero cresce a Brooklyn, la storia di Francie e della sua famiglia, che cercano di tirare avanti e migliorarsi a dispetto della loro sfortunata partenza. Tutti i personaggi di questa famiglia sono interessanti e con le loro caratteristiche peculiari: dalla femminilità pericolosa di Sissy alla granitica forza di Katie; dal sognatore Johnny alla fedele Mary.
Tutti i membri di questa famiglia puntano con forza verso l'obiettivo: far studiare i figli. A partire dalla nonna, nelle loro menti è stata ben instillata l'importanza dell'istruzione, a cominciare dall'alfabetizzazione: così, noi lettori li vediamo avvicinarsi alla meta un passetto – e tanti sacrifici – alla volta, da una generazione all'altra.
Siamo nei primi anni del Novecento e sognare il sogno americano forse era più realistico rispetto ai primi anni Duemila. In effetti, parecchia retorica da American dream mi è sembrata un po' eccessiva – o forse è solo colpa mia e della mia disillusione. Tuttavia, rimane un buon libro. E un buon sogno (che alle volte si realizza: bisogna ricordarsi di non dimenticarlo).