cretinodicrescenzago ha recensito Potere alle parole di Vera Gheno
Sociolinguistica militante
5 stelle
[Vecchia recensione eportata da altro sito]
Ogni singola volta che Zerocalcare pubblica un nuovo fumetto, io puntuale come Immanuel Kant commento che Rech si riconferma come una delle grandi voci della cultura nazionalpopolare italiana in senso gramsciano; ebbene, oggi sarò banale ed estenderò il complimento a Vera Gheno, perché Potere alle parole. Perché usarle meglio è la quintessenza di un saggio divulgativo formativo e accessibile. Detto senza mezzi termini, Gheno ha fatto il miracolo: ha distillato i concetti basilari della linguistica, come la natura sistematica e convenzionale del codice linguistico e la sua variabilità diastratica e diatopica, li ha esposti con un bilanciamento fra chiarezza e completezza che i manuali universitari si sognano, ha esposto le ripercussioni pratiche di questi fenomeni in termini di "buon uso della lingua", e ha definito questo "buon uso" secondo la grande tradizione democratica di don Milani e Tullio de Mauro – ovverosia conoscere le …
[Vecchia recensione eportata da altro sito]
Ogni singola volta che Zerocalcare pubblica un nuovo fumetto, io puntuale come Immanuel Kant commento che Rech si riconferma come una delle grandi voci della cultura nazionalpopolare italiana in senso gramsciano; ebbene, oggi sarò banale ed estenderò il complimento a Vera Gheno, perché Potere alle parole. Perché usarle meglio è la quintessenza di un saggio divulgativo formativo e accessibile. Detto senza mezzi termini, Gheno ha fatto il miracolo: ha distillato i concetti basilari della linguistica, come la natura sistematica e convenzionale del codice linguistico e la sua variabilità diastratica e diatopica, li ha esposti con un bilanciamento fra chiarezza e completezza che i manuali universitari si sognano, ha esposto le ripercussioni pratiche di questi fenomeni in termini di "buon uso della lingua", e ha definito questo "buon uso" secondo la grande tradizione democratica di don Milani e Tullio de Mauro – ovverosia conoscere le regole dello strumento-lingua per usarle al meglio, ovverosia per esprimersi con completezza, economia e sincerità, e quindi ragionare meglio nella propria testa e contribuire proficuamente alla comunità. Conseguenza ovvia di questa prospettiva sono i bellissimi capitoli sul prestito, il neologismo e la formazione analogica di forme femminili per i nomi di professioni, nei quali si riafferma che la lingua, essendo strumento, evolve con le necessità materiali – e lasciando neanche tanto sottinteso che irrigidirlo su uno status quo morfosintattico-lessicale è atto di violenza politica per conservare lo status quo sociale. Una piccola gemma di divulgazione militante, e prossimamente ci si legge pure Femminili singolari +: Il femminismo è nelle parole.