vonblubba ha recensito The Lovecraft Anthology Vol 1 di H. P. Lovecraft
Review of 'The Lovecraft Anthology Vol 1' on 'Goodreads'
4 stelle
Quando ho difficoltà a scovare nuovi libri da leggere, un buon racconto del buon vecchio H.P. salva sempre la situazione. In questo caso, si tratta di una raccolta di alcuni dei sui racconti più famosi proposti in forma di fumetto ed illustrati da diversi artisti (D’Israeili, Shane Ivan Oakley, I.N.J. Culbard, Mark Stafford, Leigh Gallagher, David Hartman, Alice Duke).
Questo primo volume propone i seguenti racconti:
Il richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu, 1926)
L'abitatore del buio (The Haunter of the Dark, 1935)
L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror, 1929)
Il colore venuto dallo spazio (The Colour Out of Space, 1927)
La maschera di Innsmouth (The Shadow over Innsmouth, 1931)
I ratti nei muri (The Rats in the Walls, 1923)
Dagon (Dagon, 1917)
Cominciamo col dire che trasporre Lovecraft in un'opera visiva (fumetto o film che sia) è compito assai arduo. La sua prosa ed il terrore che suscita …
Quando ho difficoltà a scovare nuovi libri da leggere, un buon racconto del buon vecchio H.P. salva sempre la situazione. In questo caso, si tratta di una raccolta di alcuni dei sui racconti più famosi proposti in forma di fumetto ed illustrati da diversi artisti (D’Israeili, Shane Ivan Oakley, I.N.J. Culbard, Mark Stafford, Leigh Gallagher, David Hartman, Alice Duke).
Questo primo volume propone i seguenti racconti:
Il richiamo di Cthulhu (The Call of Cthulhu, 1926)
L'abitatore del buio (The Haunter of the Dark, 1935)
L'orrore di Dunwich (The Dunwich Horror, 1929)
Il colore venuto dallo spazio (The Colour Out of Space, 1927)
La maschera di Innsmouth (The Shadow over Innsmouth, 1931)
I ratti nei muri (The Rats in the Walls, 1923)
Dagon (Dagon, 1917)
Cominciamo col dire che trasporre Lovecraft in un'opera visiva (fumetto o film che sia) è compito assai arduo. La sua prosa ed il terrore che suscita nel lettore sono troppo cerebrali ed intangibili per essere ben rappresentate da forme precise. Molti ci hanno provato, soprattutto con le trasposizioni cinematografiche, ma nessuno è riuscito a render davvero giustizia al lavoro del solitario di Providence.
Lovecraft stesso sostiene che la paura più grande è quella dell'ignoto, ed egli per primo mette in pratica questo insegnamento dando solo degli accenni molto vaghi delle sembianze delle creature che popolano i suoi racconti. Il quadro sarà completato dall'immaginazione del lettore, che riempirà i vuoti con le sue paure più grandi. E' un trucco vecchio, ma che funzona sempre.
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