vonblubba ha recensito Il treno degli dèi di China Miéville
Review of 'Il treno degli dèi' on 'Goodreads'
5 stelle
Era da parecchio che non apprezzavo così tanto un romanzo. Dove per "apprezzare" intendo il ritrovarmi a centellinare le pagine, l'obbligarmi a non leggere più di un capitolo al giorno perchè non voglio che il libro finisca.
Il romanzo più politico di Mièville. C'è tutto: lotta sociale, giornali clandestini (il mitico Runagate Rampant), lavoratori di una ferrovia in rivolta che finiscono per appropriarsi del treno per cui stanno costruendo i binari. Binari che continueranno a costruire, distruggendoli subito dopo il passaggio del treno rubato, in un viaggio/fuga disperato che li porterà a diventare leggenda, simbolo della lotta sociale contro l'oppressivo governo della città-stato di New Crobuzon.
Notevoli i capitoli della macchia cacotopica, una zona soggetta a una frattura della realtà che deforma e distorce tutto ciò che vi entra. E non a caso ho usato la parola zona, così come hanno fatto i fratelli Strugatski nel loro "picnic …
Era da parecchio che non apprezzavo così tanto un romanzo. Dove per "apprezzare" intendo il ritrovarmi a centellinare le pagine, l'obbligarmi a non leggere più di un capitolo al giorno perchè non voglio che il libro finisca.
Il romanzo più politico di Mièville. C'è tutto: lotta sociale, giornali clandestini (il mitico Runagate Rampant), lavoratori di una ferrovia in rivolta che finiscono per appropriarsi del treno per cui stanno costruendo i binari. Binari che continueranno a costruire, distruggendoli subito dopo il passaggio del treno rubato, in un viaggio/fuga disperato che li porterà a diventare leggenda, simbolo della lotta sociale contro l'oppressivo governo della città-stato di New Crobuzon.
Notevoli i capitoli della macchia cacotopica, una zona soggetta a una frattura della realtà che deforma e distorce tutto ciò che vi entra. E non a caso ho usato la parola zona, così come hanno fatto i fratelli Strugatski nel loro "picnic sul ciglio della strada", romanzo cui probabilmente l'idea della macchia è ispirata.
E a fare da sfondo a queste vicende, il mondo del bas-lag. Come descrivere l'universo creato da Mièville? Impossibile, perchè quando pensi di aver ormai visto tutto, giri pagina e Mièville ti sbatte in faccia un'altra idea, una trovata di una originalità imbarazzante che ti lascia a bocca aperta. Uomini cactus, macchine senzienti, uomini che per punizione a qualche crimine vengono rifatti nelle forme più perverse e malsane grazie alla taumaturgia, villaggi costruiti sul dorso di tartarughe giganti, monaci il cui culto li ha portati a dimenticare il loro sesso. Il tutto abilmente mescolato ad elementi più familiari, tratti dalla nostra realtà quitidiana: fabbriche, treni, commercialisti, corporazioni mosse dallo spirito capitalistico, in un miscuglio dalle tonalità dark-steampunk. I luoghi di New Crobuzon sembrano avere i nomi dei quartieri di una Londra distorta da una fantasia perversa. Howl Barrow, Badside, Glasshouse, Dog Fenn, Smog Bend, Cockscom Bridge, Brock Marsh. L'effetto è a dir poco straniante, nel senso più positivo del termine, poichè capace di generare quel "sense of wonder" che ogni lettore del genere fantastico cerca. Il termine "weird fiction" non potrebbe essere più azzeccato.
Il tutto è descritto con stile elaborato, barocco eppure sorprendentemente diretto, vivido ed efficace. Anche meglio di quanto Mièville aveva mostrato in "Perdido street station" (impresa non da poco).