Baylee ha recensito L'Eleganza Del Riccio di Muriel Barbery
Review of "L'Eleganza Del Riccio" on 'Goodreads'
2 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Avevo letto questo romanzo nella tarda adolescenza e me lo ricordavo come una lettura senza infamia e senza lode, tant’è che mi era scivolata dalla mente e, quando è stato scelto come libro del mese di dicembre per LiberTiAmo, ero contenta perché pensavo che avrei finito l’anno con una rilettura tranquilla.
Non dovrei proprio fidarmi ciecamente del giudizio della me lettrice adolescente: immagino che, ai tempi, fossi rimasta colpita, e forse anche un po’ intimorita, dalla filosofia che circola nel romanzo. Essendo Barbery una proprio una professoressa di filosofia, ha profuso le sue conoscenze in questa storia, che si presenta come una raffinata commedia francese.
Inizio quindi col dire che non ho ben colto l’ironia de L’eleganza del riccio, perché sebbene si prendano in giro le pretese dell’alta borghesia parigina entrambe le protagoniste, la portinaia Renée …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Avevo letto questo romanzo nella tarda adolescenza e me lo ricordavo come una lettura senza infamia e senza lode, tant’è che mi era scivolata dalla mente e, quando è stato scelto come libro del mese di dicembre per LiberTiAmo, ero contenta perché pensavo che avrei finito l’anno con una rilettura tranquilla.
Non dovrei proprio fidarmi ciecamente del giudizio della me lettrice adolescente: immagino che, ai tempi, fossi rimasta colpita, e forse anche un po’ intimorita, dalla filosofia che circola nel romanzo. Essendo Barbery una proprio una professoressa di filosofia, ha profuso le sue conoscenze in questa storia, che si presenta come una raffinata commedia francese.
Inizio quindi col dire che non ho ben colto l’ironia de L’eleganza del riccio, perché sebbene si prendano in giro le pretese dell’alta borghesia parigina entrambe le protagoniste, la portinaia Renée e la giovane Paloma, hanno punti di vista che suonano molto borghesi. So che la storia gioca con l’umile portinaia più colta di quanto sembri, ma mi è sembrato un gioco molto debole: in primis perché, finché non scopriamo il motivo della sua reticenza, le sue precauzioni appaiono decisamente spropositate; poi perché, quando questo motivo ci viene invece rivelato, non c’è tempo per metabolizzarlo prima che il romanzo sia finito.
Sono rimasta anche sconcertata dal modo in cui viene introdotto il nuovo coinquilino, il signor Ozu: solo perché giapponese sembra possedere tutta una serie di ottime qualità. Ora, se è passabile che Paloma, una dodicenne appassionata di manga e studentessa di giapponese, sia tutta eccitata dalla novità e se lo immagini già come il suo senpai, meno comprensibile è l’atteggiamento di Renée, che tra l’altro dovrebbe temere i ricchi borghesi tout court. Invece pare che nel suo mondo non esistano giapponesi ricchi e buzzurri. Okay.