Baylee ha recensito Carol di Patricia Highsmith
Review of 'Carol' on 'Goodreads'
4 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Ho una teoria personale: ogni donna, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dovrebbe leggere tonnellate di romanzi con protagoniste donne lesbiche perché poche altre storie vi daranno un quadro altrettanto chiaro dell'oppressione patriarcale senza il bisogno di fare troppi spiegoni. Ovviamente, se leggerete i classici, preparate i fazzoletti perché le storie lesbo hanno il brutto vizio di finire in tragedia.
Si sa, alle donne mal si perdona di essere trasgressive (o di non venerare l’insicuro maschio alfa di turno)...
Carol ha dalla sua il pregio di essere impenitente: racconta una storia dove si è consapevoli dell’infelicità che schiaccia chi si è arresa alle convenzioni e dove si va avanti a testa alta, senza dimenticare la compassione per chi non ha avuto – o potuto avere – la stessa forza.
Carol Aird – che, sebbene non abbia ancora visto il film, mi …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Ho una teoria personale: ogni donna, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dovrebbe leggere tonnellate di romanzi con protagoniste donne lesbiche perché poche altre storie vi daranno un quadro altrettanto chiaro dell'oppressione patriarcale senza il bisogno di fare troppi spiegoni. Ovviamente, se leggerete i classici, preparate i fazzoletti perché le storie lesbo hanno il brutto vizio di finire in tragedia.
Si sa, alle donne mal si perdona di essere trasgressive (o di non venerare l’insicuro maschio alfa di turno)...
Carol ha dalla sua il pregio di essere impenitente: racconta una storia dove si è consapevoli dell’infelicità che schiaccia chi si è arresa alle convenzioni e dove si va avanti a testa alta, senza dimenticare la compassione per chi non ha avuto – o potuto avere – la stessa forza.
Carol Aird – che, sebbene non abbia ancora visto il film, mi sono immaginata tutto il tempo come la divina Cate Blachett – è un personaggio femminile di grande potenza: riesce a tener testa alla crudeltà e alla grettezza del marito e a prendere una strada che nessuna brava donnina di casa avrebbe mai preso, insegnando anche a noi che quella strada esiste e che possiamo percorrerla senza spezzarci. Anzi.
Therese Belivet, invece, mi ha suscitato sentimenti ambigui: da una parte ne ho amato il percorso di crescita che la porta dall’essere una giovane donna incerta a una giovane donna che prende in mano il suo futuro; dall’altra per gran parte del romanzo mi è sembrata così irresoluta e apatica da darmi quasi ai nervi.
Però devo ringraziarla per aver rotto quella statua della Madonna: l’ho trovato un gesto così liberatorio che quella scena è entrata di diritto tra le mie preferite della letteratura. Farà bene anche a voi leggerla: fidatevi.