cretinodicrescenzago ha recensito Gli Dei di Mosca di Michael Swanwick (Darger & Surplus)
Per una volta, una heist story di mio gusto
3 stelle
Leggere Gli dèi di Mosca spalla a spalla con Brandelli d'Italia è stata una piacevolissima coincidenza, visto che alla fin fine i due libri appartengono al medesimo macrofilone: fantascienza postapocalittica con ricostruzione della civiltà in pseudo-Stati protomoderni, tecnologie astruse saccheggiate dalle antiche rovine, una quantità di scenette comiche sconce (forse anche troppe, in entrambe i romanzi) e un certo qual gusto per la satira sulle grandi religioni teistiche e non – se in Brandelli d'Italia è a base di Cattolicesimo e fascismo, qui ne Gli Dèi di Mosca giustamente abbiamo l'Ortodossia orientale e il bolscevismo. Questo detto, il romanzo di Swanwick non è tanto un thriller, come quello di Crescizz, quanto una heist story corale in cui una mezza dozzina di parti diverse si ritrovano coinvolte in una cospirazione in precario equilibrio, intessuta di intricati doppiogiochismi : la prima metà del romanzo è di preparazione, la seconda di esecuzione, e …
Leggere Gli dèi di Mosca spalla a spalla con Brandelli d'Italia è stata una piacevolissima coincidenza, visto che alla fin fine i due libri appartengono al medesimo macrofilone: fantascienza postapocalittica con ricostruzione della civiltà in pseudo-Stati protomoderni, tecnologie astruse saccheggiate dalle antiche rovine, una quantità di scenette comiche sconce (forse anche troppe, in entrambe i romanzi) e un certo qual gusto per la satira sulle grandi religioni teistiche e non – se in Brandelli d'Italia è a base di Cattolicesimo e fascismo, qui ne Gli Dèi di Mosca giustamente abbiamo l'Ortodossia orientale e il bolscevismo. Questo detto, il romanzo di Swanwick non è tanto un thriller, come quello di Crescizz, quanto una heist story corale in cui una mezza dozzina di parti diverse si ritrovano coinvolte in una cospirazione in precario equilibrio, intessuta di intricati doppiogiochismi : la prima metà del romanzo è di preparazione, la seconda di esecuzione, e di carne al fuoco ce n'è tanta. L'esecuzione complessiva è impeccabile e tutti i pezzi alla fine quadrano, cosa encomiabile con tutti quei personaggi in moto, però mi è sempre sembrato che alcuni personaggi fossero sottosviluppati rispetto al loro potenziale, che altri ricevessero fin troppa attenzione per quello che valevano, e che Darger e Surplus, fossero un po' troppo dei "punti di vista di comodo": dei personaggi già noti che Swanwick ha incollato dentro una storia che non li riguarda, per farne l'esca con cui venderla – al prezzo però di sacrificare un po' i veri protagonisti creati ad hoc. Se ho ben capito, però, le heist story usano relativamente spesso questo espediente, quindi banalmente sono un genere poco adatto alle mie corde, ma non così inadatto da non essermelo goduto almeno questa volta.