cretinodicrescenzago ha recensito Crypt-City of the Deathless One di Henry Kuttner
Indiana Jones in salsa planetary romance e con un tocco di pathos
3 stelle
Nella mia perversa ossessione per Henry Kuttner, avendo davanti un lungo viaggio in treno ho giocato a fare il pendolare degli anni Quaranta e mi sono sparato in vena questo Crypt-City of the Deathless One, uno dei romanzi composti dal buon Hank in solitaria (al pari di The Creature from Beyond Infinity).
Partiamo dal negativo. Il romanzo non è la fantascienza avventurosa con venature orrorifiche che titolo e copertina lasciano presagire, è un classicissimo racconto di Mondo Perduto che segue in modo grammaticale i canoni del genere: ci sono la spedizione scientifica in un paese inesplorato, l'eroe guida da safari tormentato da traumi personali, i pericoli esotici della jungla (rigorosamente con i lunga) e dei nativi, fino al climax al cardiopalma – se The Creature from Beyond Infinity era così complicato e onnicomprensivo da risulare geniale, Crypt-City of the Deathless One non è niente di nuovo per chi …
Nella mia perversa ossessione per Henry Kuttner, avendo davanti un lungo viaggio in treno ho giocato a fare il pendolare degli anni Quaranta e mi sono sparato in vena questo Crypt-City of the Deathless One, uno dei romanzi composti dal buon Hank in solitaria (al pari di The Creature from Beyond Infinity).
Partiamo dal negativo. Il romanzo non è la fantascienza avventurosa con venature orrorifiche che titolo e copertina lasciano presagire, è un classicissimo racconto di Mondo Perduto che segue in modo grammaticale i canoni del genere: ci sono la spedizione scientifica in un paese inesplorato, l'eroe guida da safari tormentato da traumi personali, i pericoli esotici della jungla (rigorosamente con i lunga) e dei nativi, fino al climax al cardiopalma – se The Creature from Beyond Infinity era così complicato e onnicomprensivo da risulare geniale, Crypt-City of the Deathless One non è niente di nuovo per chi abbia visto almeno un film hollywoodiano di serie C entro quel filone. In aggiunta, per l'ennesima volta Kuttner ha messo in campo il suo solito quartetto di personaggi stereotipati, cioè l'eroe uomo medio, il deuteragonista macho, il consigliere saggio e sapiente, la donna inutile per le pari opportunità – esattamente le stesse figure che erano state proposte pochi mesi prima in Earth's Last Citadel] e che sarebbero riapparse qualche anno dopo in Valley of the Flame e The Time Axis. Passiamo al positivo: se la struttura del romanzo è grammaticale, l'esecuzione ha dei punti forti mica male. La voce narrante oscilla sapientemente fra comico e drammatico; le descrizioni di paesaggi ed ecosistemi alieni e di tecnologie futuristiche sono convincenti (abbiamo davanti un futuro di viaggi spaziali in cui non esiste ancora l'energia atomica e i bicchieri di plastica sono una grande invenzione); la psiche del protagonista "uomo medio" si basa su un'efficace combinazione di lutto e senso di colpa, alcolismo di autoassoluzione e affetti impossibili proiettati sulla coprotagonista femminile; il finale è incredibilmente toccante proprio perché porta a una risoluzione molto soddisfacente (che ovviamente non rivelo) il conflitto interiore del nostro eroe. Non siamo ai livelli egregi di scavo psicologico raggiunti in The Dark World, ma la qualità è solo poco inferiore.
Non è un testo originalissimo, ma nel suo genere è ben eseguito.