cretinodicrescenzago ha recensito Breakfast in the Ruins and Other Stories di Michael Moorcock (Karl Glogauer, #2+Miscellanea)
Fantascienza per fattoni, nel bene e nel male
4 stelle
Ho letto Breakfast in the Ruins and Other Stories in due tempi (1-2/06/'21 e 29/06-1/07/'21) e ora lo recensisco in due blocchi, per il semplice motivo che il volume stesso è bipartito: è un'antologia composta da un romanzo "principale" e racconti ancillari.
Iniziamo quindi il romanzo Breakfast in the Ruins, prosecuzione di Behold The Man e motivo principale per cui ho comprato questo volume; il primo libro della dilogia mi aveva estremamente convinto e ho voluto continuare subito la vicenda di Karl Glogauer, il mio hippie bohémien ebreo preferito, e ho trovato un netto miglioramento: rispetto al già valido Behold the Man il secondo romanzo ha una prosa più rifinita, un ritmo più veloce, una varietà di toni e situazioni che lo rende un piccolo racconto mondo, un simpatico accenno di narrazione interattiva, quel gusto per il dramma in costume che mi manda in solluchero e quel tocco di …
Ho letto Breakfast in the Ruins and Other Stories in due tempi (1-2/06/'21 e 29/06-1/07/'21) e ora lo recensisco in due blocchi, per il semplice motivo che il volume stesso è bipartito: è un'antologia composta da un romanzo "principale" e racconti ancillari.
Iniziamo quindi il romanzo Breakfast in the Ruins, prosecuzione di Behold The Man e motivo principale per cui ho comprato questo volume; il primo libro della dilogia mi aveva estremamente convinto e ho voluto continuare subito la vicenda di Karl Glogauer, il mio hippie bohémien ebreo preferito, e ho trovato un netto miglioramento: rispetto al già valido Behold the Man il secondo romanzo ha una prosa più rifinita, un ritmo più veloce, una varietà di toni e situazioni che lo rende un piccolo racconto mondo, un simpatico accenno di narrazione interattiva, quel gusto per il dramma in costume che mi manda in solluchero e quel tocco di surreale che sbarella il cervello senza diventare pretenzioso. Per parte mia, un solido 5/5.
Passiamo ora ai testi "minori", che sono stati chiaramente selzionati per via di uno filo rosso tematico: tranne una vistosa eccezione parlano di viaggio nel tempo, figure messianiche o ambedue le cose assieme.
- I due racconti interconnessi "The Time Dweller" e "Escape from Evening" hanno certamente un'architettura di trama elementare, ma trasudano atmosfere di Terra Morente, mettono in campo del tecnogergo simpatico e il finale del dittico ha un piacevolissimo sapore dolcemaro; 3,5/5 contandoli assieme.
- "A Dead Singer" è sostanzialmente un veloce spaccato di vita sulla cultura hippie e rock 'n' roll londinese degli anni Settanta (probabilmente con basi autobiografiche) e a furia di raccontare di gente strafatta induce un piccolo trip mentale "di riflesso". 3/5 direi.
- "London Flesh" l'ho trovato abbastanza una poracciata: è un racconto giallo di terza fascia in omaggio ai racconti gialli di terza fascia che Moorcock leggeva da ragazzino e gioca tutto sui riferimenti a un worldbuilding pregresso, in cui Londra ha una tecnologia dieselpunk e c'è una gilda di banditi che rapinano i tram vestiti da briganti dell'età hannoveriana (sic); forse a leggerlo dopo i testi principali da cui dipende per il worldbuilding (principalmente Fabulous Harbours) si apprezzerebbe anche, presentato come testo a sé stante vale un 2/5 scarso. Per altro è il racconto "fuori tema" che accennavo in partenza, ergo proprio non capisco con che ratio l'abbiano incluso in questa antologia.
- "Behold the Man" è la prima stesura, di lunghezza breve, del romanzo omonimo – e con "stesura breve" intendo che il romanzo esteso prende l'interezza della prima versione, parola per parola, espande alcuni paragrafi e inserisce numerose scene nuove laddove stanno bene. La trama è sempre quella e funziona, ma la redazione lunga secondo me è nettamente migliore. 2,5/3 Facendo tutti i conti, quindi, il volume propone un romanzo principale di altissima qualità e dei testi di corredo o validi, seppur non indimenticabili, o relativamente superflui e interessanti solo per i completisti. Si conferma comunque la mia preferenza per il Moorcock autore di sci-fi e/o roba psichedelica.