Maurizio Carnago ha recensito La morte corre sul fiume di Davis Grubb (Fabula)
Un'ombra che non lascia tregua
4 stelle
Nonostante sia ormai da considerarsi una lettura "vintage" La morte corre sul fiume offre un'esperienza appassionante che rende difficile staccarsi dalle pagine. Per la prima volta mi sono trovato di fronte a un romanzo dove non sono segnalati i discorsi diretti attraverso le virgolette, eppure ci sono e si percepiscono alla perfezione con una fluidità naturale. Il punto di vista ancorato sul giovane protagonista aiuta il lettore a vivere in prima persona la spaventosa vicenda, facendo percepire i dubbi, le paure e la gran determinazione del piccolo. Il nemico, poi, è un personaggio tratteggiato con i giusti dettagli per renderlo unico e riconoscibile, capaci di evocarne l'immagine come se all'improvviso dicessi: Joker! oppure Jack lo squartatore! o ancora Capitan Uncino! Ciascuno di voi immagina la propria figura del pagliaccio di Gotham, del macellaio londinese o del pirata con la fobia per i coccodrilli, eppure possiedono tratti distintivi che li elevano …
Nonostante sia ormai da considerarsi una lettura "vintage" La morte corre sul fiume offre un'esperienza appassionante che rende difficile staccarsi dalle pagine. Per la prima volta mi sono trovato di fronte a un romanzo dove non sono segnalati i discorsi diretti attraverso le virgolette, eppure ci sono e si percepiscono alla perfezione con una fluidità naturale. Il punto di vista ancorato sul giovane protagonista aiuta il lettore a vivere in prima persona la spaventosa vicenda, facendo percepire i dubbi, le paure e la gran determinazione del piccolo. Il nemico, poi, è un personaggio tratteggiato con i giusti dettagli per renderlo unico e riconoscibile, capaci di evocarne l'immagine come se all'improvviso dicessi: Joker! oppure Jack lo squartatore! o ancora Capitan Uncino! Ciascuno di voi immagina la propria figura del pagliaccio di Gotham, del macellaio londinese o del pirata con la fobia per i coccodrilli, eppure possiedono tratti distintivi che li elevano dalla massa dei "cattivi". Il predicatore fa proprio questo. Il romanzo evoca anche molte immagini che sarebbero perfette per il cinema, un fumetto o una miniserie. C'è stato un tentativo di portarlo su grande schermo nel 1955, ma sono certo che se si riprovasse adesso si potrebbe fare ancora meglio. Una lettura consigliatissima anche per chi non ama particolarmente il noir, perché i temi trattati sono molti, non per ultima la manipolazione psicologica.