cretinodicrescenzago ha recensito The Door to Saturn di Clark Ashton Smith (The Collected Fantasies of Clark Ashton Smith, #2)
Meno fantascienza e più orrore, per favore!
3 stelle
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Nel corso di questa primavera [del 2022, NdA] non ho avuto il tempo di leggere romanzi corposi, ergo ho scelto un paio di raccolte di racconti e le ho lette ad alternanza, incastrandoci un romanzo breve qua e là. Una delle due raccolte l'ho finita oggi ed è appunto questo The Door to Saturn, secondo volume dell'opera omnia di sua eminenza Clark Ashton Smith, ed è stata una gran bella cavalcata.
Ora, secondo me questa raccolta non raggiunge la qualità notevolissima della precedente The End of the Story, ma mi rendo conto sia anche una questione di gusto: a me piace poco lo Smith autore di fantascienza che prende astronauti più o meno improvvisati e li scaraventa su un pianeta alieno abitato da esseri contorti, impostando la prosa come una relazione di viaggio alla Jonathan Swift, e questo volume comprende non …
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Nel corso di questa primavera [del 2022, NdA] non ho avuto il tempo di leggere romanzi corposi, ergo ho scelto un paio di raccolte di racconti e le ho lette ad alternanza, incastrandoci un romanzo breve qua e là. Una delle due raccolte l'ho finita oggi ed è appunto questo The Door to Saturn, secondo volume dell'opera omnia di sua eminenza Clark Ashton Smith, ed è stata una gran bella cavalcata.
Ora, secondo me questa raccolta non raggiunge la qualità notevolissima della precedente The End of the Story, ma mi rendo conto sia anche una questione di gusto: a me piace poco lo Smith autore di fantascienza che prende astronauti più o meno improvvisati e li scaraventa su un pianeta alieno abitato da esseri contorti, impostando la prosa come una relazione di viaggio alla Jonathan Swift, e questo volume comprende non pochi racconti di quel filone, alcuni dei quali pure costruiti su premesse molto simili (e infatti le note storiografiche segnalano che, effettivamente, il gusto personale di Smith si era felicemente armonizzato con le richieste del mercato), pertanto ho provato un certo qual senso di ridondanza – che però si è sciolto come neve al sole al cospetto dei racconti macabri e crudeli, di cui invece mi ingozzo come fossero ciliegie. Deliziosamente dolceamari "Told in the Desert" e "The Ghoul", commovente "The Willow Landscape", assolutamente terrificante "The Hunter from Beyond" – e mi sono ufficialmente appassionato anche al ciclo di Hyperborea, il cui primo racconto contenuto nel volume primo mi aveva lasciato freddino.
Che dire, Smith si conferma a mio modello artistico postumo, e non credo aspetterò altri due anni per passare al volume terzo.