cretinodicrescenzago ha recensito The Dragon in the Sword di Michael Moorcock
Review of 'Dragon in the Sword' on 'Goodreads'
4 stelle
Premessa storica: Moorcock inizialmente voleva concludere la saga di John Daker nel 1975 con il mega-romanzo crossover [b:The Quest for Tanelorn|21319080|The Quest for Tanelorn (Hawkmoon Count Brass)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1394343630l/21319080.SY75.jpg|1446207] (versione dalla prospettiva di Dorian Hawkmoon) / [b:Elric: The Sailor on the Seas of Fate|18467559|Elric The Sailor on the Seas of Fate (Elric Chronological Order, #3)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1378687687l/18467559.SY75.jpg|1777516] (versione dalla prospettiva di Elric), ma nel 1986 ha voluto dedicare al buon John un terzo romanzo suo personale ambientato dopo il crossover, appunto The Dragon in the Sword.
Com'era prevedibile per un semi-retcon, questo ultimo episodio del ciclo non parte granché bene: si inizia con una vasta e lenta sezione introduttiva che fa da ponte temporale con il secondo romanzo, dopodiché Daker ancora una volta trasmigra in un altro mondo, si incarna nel principe Flamadin – e mentre vagabonda in giro per paludi oniriche e città galleggiati a vapore …
Premessa storica: Moorcock inizialmente voleva concludere la saga di John Daker nel 1975 con il mega-romanzo crossover [b:The Quest for Tanelorn|21319080|The Quest for Tanelorn (Hawkmoon Count Brass)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1394343630l/21319080.SY75.jpg|1446207] (versione dalla prospettiva di Dorian Hawkmoon) / [b:Elric: The Sailor on the Seas of Fate|18467559|Elric The Sailor on the Seas of Fate (Elric Chronological Order, #3)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1378687687l/18467559.SY75.jpg|1777516] (versione dalla prospettiva di Elric), ma nel 1986 ha voluto dedicare al buon John un terzo romanzo suo personale ambientato dopo il crossover, appunto The Dragon in the Sword.
Com'era prevedibile per un semi-retcon, questo ultimo episodio del ciclo non parte granché bene: si inizia con una vasta e lenta sezione introduttiva che fa da ponte temporale con il secondo romanzo, dopodiché Daker ancora una volta trasmigra in un altro mondo, si incarna nel principe Flamadin – e mentre vagabonda in giro per paludi oniriche e città galleggiati a vapore (sic) gli piovono addosso una spalla nella persona del conte Ulric von Bek (discendente dell'eroe di [b:The Warhound and the World's Pain|24000470|The Warhound and the World's Pain|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1421572573l/24000470.SY75.jpg|586570]) e la comprimaria femminile per le pari opportunità dama Alisaard, dopodiché i tre si imbarcano in un Giro del Mondo in Tot Giorni per recuperare un importante MacGuffin, prima che lo trovino i perfidi seguaci del Caos.
Ebbene sì, da un lato Moorcock ha sostituito l'originario finale crossover sul quartetto Daker-Elric-Corum-Hawkmoon con un "nuovo" crossover Daker-Famiglia Von Bek-Personaggio Originale, dall'altro lato la struttura generale dell'intreccio è sputata identica a quella dei romanzi aggiunti in quegli stessi anni al ciclo di Elric, [b:Elric: The Fortress of the Pearl|18467505|Elric The Fortress of the Pearl (Elric Chronological Order, #2)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1378686355l/18467505.SY75.jpg|1479741] e [b:Elric: The Revenge of the Rose|18467574|Elric The Revenge of the Rose (Elric Chronological Order, #5)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1378688235l/18467574.SY75.jpg|61646303]: così come Elric si ritrova coinvolto, entrambe le volte, in una storia di caccia al tesoro attraverso paesaggi surreali che sanno un po' tanto di parco a tema, allo stesso modo pure Daker-Flamadin accetta di compiere una caccia al tesoro viaggiando in lungo e in largo per il mondo magico del giorno. E come se questa struttura di trama non fosse già di per sé trita ed elementare, anche Daker-Flamadin, proprio come Elric, viene sostanzialmente degradato a spettatore passivo di una vicenda affrontata principalmente dall'amazzone proattiva (Oone-Rosa-Alisaard) e dalla spalla comica (Jaspar-Ernest-Ulric), ed eventi anche molto minori sono appesantiti da una prosa ritorta e infiorettata come quella che piagava la sezione centrale di [b:The City in the Autumn Stars|24069124|The City in the Autumn Stars|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1441810850l/24069124.SY75.jpg|1117912] – secondo dei due romanzi dedicati ai von Bek e anch'esso, guarda caso, un testo fantastico del Moorcock quasi cinquantenne.
Ora, perché The Dragon in the Sword mi è comunque piaciuto più dei suoi tre "gemelli" The City in the Autumns Stars, The Fortress of the Pearl e The Revenge of the Rose? Perché in questo caso la prosa barocca del Moorcock anziano non annega l'identità originale della saga di John Daker. Sì, all'inizio della vicenda il nostro eroe accetta supinamente la missione di caccia al tesoro come se fosse un protagonista adolescente medio di un fantasy tolkienista medio, ma la sua supinità fa parte del suo arco caratteriale di "eroe nolente" (in pratica è passato realisticamente dalla furia ribelle alla rassegnazione); sì, quel maledetto di Sepiriz riappare per fare da Gandalf dei poveri come era successo in [b:Elric: Stormbringer!|24010197|Elric Stormbringer! (Michael Moorcock Collection)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1427804618l/24010197.SY75.jpg|3010470], ma almeno la sua presenza è suggestiva e ben integrata nella cosmologia del Multiverso, anziché un deus ex machina ambulante; sì, Ulric e Alisaard rubano spazio a Daker e non sono personaggi interessanti quanto Lucifero, re Rigenos o il Nigeriano, ma in molti casi fanno tenerezza e gli si vuol bene; sì, i paesi fatati dei Sei Reami della Ruota sembrano esistere apposta come attrazioni turistiche in attesa di essere visitate dagli eroi, ma sono surreali senza diventare eccessivamente cerebrali, a differenza delle dimensioni visitate da Elric nei propri midquel. In più la malvagia regina Sharadim dà la birra per spessore ai suoi omologhi degli altri romanzi di questa fase, gli studenti dei barconi e i principi ursini sono abbastanza riusciti come comprimari positivi, e soprattutto la sezione conclusiva del romanzo è spettacolare – si viaggia su e giù per il Multiverso, si influenzano linee temporali, si medita sulla vera natura dell'Equilibrio Cosmico mantenendo solennità (anziché scadendo nello spiegone), scendono in battaglia i Guerrieri sul Ciglio del Tempo, e la partenza delle Eldren è una scena così piacevolmente tolkieniana che più non si più. Dulcis in fundo, nel climax e nello scioglimento della vicenda John Daker torna a essere protagonista assoluto, e la risoluzione ultima della sua avventura è quasi commovente.
Che dire, confermo che, pur con una caduta di stile al centro del terzo romanzo, la trilogia di John Daker è spettacolare, sia di per sé sia in quanto testo d'ingresso al corpus di Moorcock, e fa benissimo il paio con la dilogia di Karl Glogauer. Sventuratamente per me, proprio come Jermays il Contorto continuerò a girare nel Multiverso.