Baylee ha recensito L'amore che fa boum di Giangilberto Monti
L'amore che fa boum
3 stelle
Questo libro l’ho incontrato per caso in biblioteca ed è stato interesse a prima vista perché la case editrice ha pensato bene di presentarlo in maniera davvero stuzzicante e bisogna dire che aveva gioco facile visto che già la storia della Banda Bonnot, un gruppo di anarchici illegalisti che nella Francia della Belle Epoche terrorizzò la Parigi bene con colpi mirati alle banche e a facoltosi signori, è di quelle che catturano facilmente l’attenzione.
Qualcosa però deve essere andato storto perché durante la lettura mi sono proprio annoiata: penso che a L’amore che fa boum manchi un po’ di contesto, essendo un’opera ibrida tra fiction e nonfiction, mi sarebbe piaciuto più approfondimento sul contesto storico, sociale e politico nel quale si muoveva la banda: così com’è sembra la solita storia di gente ribellina che a un certo punto diventa “troppo ribellina”.
Lo so che così sarebbe uscito fuori un …
Questo libro l’ho incontrato per caso in biblioteca ed è stato interesse a prima vista perché la case editrice ha pensato bene di presentarlo in maniera davvero stuzzicante e bisogna dire che aveva gioco facile visto che già la storia della Banda Bonnot, un gruppo di anarchici illegalisti che nella Francia della Belle Epoche terrorizzò la Parigi bene con colpi mirati alle banche e a facoltosi signori, è di quelle che catturano facilmente l’attenzione.
Qualcosa però deve essere andato storto perché durante la lettura mi sono proprio annoiata: penso che a L’amore che fa boum manchi un po’ di contesto, essendo un’opera ibrida tra fiction e nonfiction, mi sarebbe piaciuto più approfondimento sul contesto storico, sociale e politico nel quale si muoveva la banda: così com’è sembra la solita storia di gente ribellina che a un certo punto diventa “troppo ribellina”.
Lo so che così sarebbe uscito fuori un libro dal doppio delle pagine, ma che senso ha farsi sfuggire l’opportunità di raccontare estensivamente una storia così pazzesca? In questo modo si ha la sensazione che manchi qualcosa e per me si perde anche parte della carica sovversiva della Banda Bonnot, che sembra semplicisticamente una banda di ladri che ha finito per diventare troppo feroce e per coinvolgere anche gente che non c’entrava niente.
Non mi sento di sconsigliarlo del tutto perché penso che la mia delusione dipenda più dai miei gusti personali che da demeriti di Monti: potrebbe essere una buona scelta se cercare un true crime diverso dal solito racconto del serial killer che fa a pezzi la gente o del caso irrisolto. Se vi serve una spintarella, posso divi che Jules Bonnot, identificato come il capo della banda, è stato anche l’autista di Arthur Conan Doyle: com’è piccolo il mondo!