giu ha recensito Niente di vero di Veronica Raimo
Tragicomico
4 stelle
Niente di Vero è un libro che spiccò particolarmente tra le nuove uscite dell'anno sorso, vantando anche una vittoria allo Strega. É anche uno dei tanti libri che rimandavo "al mese prossimo" dal giorno della pubblicazione.
Raimo offre un monologo che ruota intorno al suo rapporto con i genitori e il fratello Christian; narra la sua crescita all'interno una famiglia disfunzionale oscillando tra finzione e realtà, giostrandosi abilmente tra auto fiction e romanzo. Non tutto è genuino: Raimo sceglie gli aneddoti migliori, quelli su cui le sarà più spontaneo fare ironia e che avranno una "carica ilare" sul lettore; la sincerità la si percepisce nel suo far trasparire l'imbarazzo, il dolore che le hanno causato i suoi errori e quelli altrui.
Riesce a bilanciare ferocia e tenerezza, amarezza e ironia; un velo di tristezza fa da fil rouge tra le vicende, rendendo forse la parola "tragicomico" la migliore per descrivere …
Niente di Vero è un libro che spiccò particolarmente tra le nuove uscite dell'anno sorso, vantando anche una vittoria allo Strega. É anche uno dei tanti libri che rimandavo "al mese prossimo" dal giorno della pubblicazione.
Raimo offre un monologo che ruota intorno al suo rapporto con i genitori e il fratello Christian; narra la sua crescita all'interno una famiglia disfunzionale oscillando tra finzione e realtà, giostrandosi abilmente tra auto fiction e romanzo. Non tutto è genuino: Raimo sceglie gli aneddoti migliori, quelli su cui le sarà più spontaneo fare ironia e che avranno una "carica ilare" sul lettore; la sincerità la si percepisce nel suo far trasparire l'imbarazzo, il dolore che le hanno causato i suoi errori e quelli altrui.
Riesce a bilanciare ferocia e tenerezza, amarezza e ironia; un velo di tristezza fa da fil rouge tra le vicende, rendendo forse la parola "tragicomico" la migliore per descrivere il libro. Lo stile tagliente giova della brevità del testo e, anche se un lettore può ritrovarsi a desiderare di poter passare ancora qualche minuto in compagnia di Veronica, la lunghezza è perfetta per quella che non è una biografia ma un racconto di "eventi salienti" che l'hanno portata a essere la persona che è oggi.
Tra le altre, con i suoi aneddoti Raimo ci ricorda che, anche se non possiamo sceglierceli, possiamo imparare da accettare i nostri genitori nonostante le loro particolarità; che non esiste un modo corretto per rapportarsi con la morte e il dolore; che non tutto ha bisogno di una definizione, la sostanza di un rapporto umano non viene sminuita da una mancata etichetta. Ogni volta che il tono sembra farsi quasi compiaciuto nel raccontare i propri errori, adottando una fierezza sfrontata che richiama Fleabag, il tutto culmina in un’eliminazione di tutto: degli schermi, delle battute, dell’accento dissacrante. Al niente di vero segue un momento di sincerità.
Il suo punto di forza - e al contempo il suo punto più debole - è lo stile irriverente, l'autoironia crudele; ti tiene incollato al libro il suo ritmo altalenante, sempre in attesa di nuovo episodio che faccia sorridere.