Pubblicato il 01 Giugno 2014 da Recorded Books, Inc..
4 stelle
(4 recensioni)
The sorcerer Alder fears sleep. The dead are pulling him to them at night. Through him they may free themselves and invade Earthsea. Alder seeks advice from Ged, once Archmage. Ged tells him to go to Tenar, Tehanu, and the young king at Havnor. They are joined by amber-eyed Irian, a fierce dragon able to assume the shape of a woman. The threat can be confronted only in the Immanent Grove on Roke, the holiest place in the world and there the king, hero, sage, wizard, and dragon make a last stand. In this final book of the Earthsea Cycle, Le Guin combines her magical fantasy with a profoundly human, earthly, humble touch.
a wonderful ending to a series that (to me) has its ups and downs - the perfect culmination of what the series becomes in the later books. I feel like the themes in this book settled in where previously I had bounced off from them; like all the best capstones of a series, it paints the rest of the two trilogies in a new light, especially in tandem with Tales from Earthsea.
I didn't like this as much as the previous books in the series. Too much recapping, but it did solve the mystery of the land of the dead, so definitely worth the effort.
15 anni dopo Tehanu e 7 anni dopo l'ultimo dei Racconti di Terramare, ecco che inizia l'ultimo atto della saga di Terramare: Lebannen è saldamente sul trono dell'Arcipelago, i rapporti con i Karg migliorano di giorno in giorno, fra i maghi e le streghe tutto procede come sempre... ma nell'estremo occidente qualcosa non va, perché tanto i draghi quanto i morti della Terra Asciutta stanno bussando alle porte degli umani a chiedere il conto di antichi torti. Per venire a capo del problema sarà necessario che re Lebannen, la sua promessa sposa, Tenar, Tehanu, Irian, un duo di maghi, uno stregone e una dragona prendano il mare tutti assieme e si rechino dove tutto è iniziato: a Roke, il centro del mondo e la culla della magia, l'isola dove umani e draghi e vita e morte vengono in contatto.
Per me …
The Other Wind (Ursula K. Le Giun, 2012)
15 anni dopo Tehanu e 7 anni dopo l'ultimo dei Racconti di Terramare, ecco che inizia l'ultimo atto della saga di Terramare: Lebannen è saldamente sul trono dell'Arcipelago, i rapporti con i Karg migliorano di giorno in giorno, fra i maghi e le streghe tutto procede come sempre... ma nell'estremo occidente qualcosa non va, perché tanto i draghi quanto i morti della Terra Asciutta stanno bussando alle porte degli umani a chiedere il conto di antichi torti. Per venire a capo del problema sarà necessario che re Lebannen, la sua promessa sposa, Tenar, Tehanu, Irian, un duo di maghi, uno stregone e una dragona prendano il mare tutti assieme e si rechino dove tutto è iniziato: a Roke, il centro del mondo e la culla della magia, l'isola dove umani e draghi e vita e morte vengono in contatto.
Per me questo sesto romanzo della saga è bello quanto Le Tombe di Atuan e rappresenta un finale con i controfiocchi: forte di 44 anni di esperienza, sia come romanziera sia come persona, zia Ursula recupera tutti i fili di trama dei cinque libri precedenti e li intreccia assieme, così che tutto ciò che abbiamo letto prima, anche i più piccoli dettagli, finisce per combaciare in una grande architettura coerente (più di quanto succeda in certe saghe scritte in un arco di tempo ben più breve...). In The Other Wind, infatti, il mondo di Terramare è sempre quello che abbiamo incontrato in The Wizard of Earthsea, ma ora ci viene presentato dopo i fatti epocali di The Farthest Shore, e dopo che ne abbiamo appreso sia la grande Storia, grazie ai Tales from Earthsea, sia le piccole storie di vita quotidiana, grazie a The Tombs of Atuan e Tehanu; di conseguenza, noi ora conosciamo Terramare più dei suoi stessi abitanti, ma non per questo empatizziamo di meno con i nostri eroi, e proprio per questo motivo proviamo una sorta di "ironia tragica a rovescio" man mano che li seguiamo in quest'ultima loro avventura: non più una lotta contro se stessi o contro la società, come negli altri romanzi, bensì la scoperta di un processo che la natura stessa del mondo sta portando avanti e che richiede ai mortali di contribuire per portarlo a termine... ma che, una volta compiuto, cambierà Terramare per sempre, proprio come leggere quest'esalogia ha cambiato un pochino anche me.