Scartafaccio ha recensito L'uomo che vedeva le mosche di Roger Munny
Review of "L'uomo che vedeva le mosche" on 'Goodreads'
4 stelle
Dalla quarta di copertina: Si definisce pseudobiblion un libro immaginario che viene trattato come fosse reale e quindi citato come fonte o addirittura recensito. Il che è proprio quello che farò io nelle prossime righe.
Infatti, il libro in questione parla proprio di dieci opere impresentabili e dei loro autori. Personaggi assurdi che hanno scritto (o diretto) storie folli e dallo scarsissimo successo editoriale.
Clay Robson, per esempio, è il biografo di Michael Rondello, fondatore della religione della Luce Riflessa. In questo racconto viene ripercorsa, in maniera piuttosto asciutta, la vita di Mike the Light (Rondello ndr.) che sembra sceneggiata da Hunter D. Thompson. Abbiamo racconti ancora più lisergici, come “Centopiedi e tribù in New Mexico” che rientra (a mio parere) dritto nel Weird. La lettura prosegue leggera tra alieni che danno vita a una rivoluzione anarco-libertaria, strani libri magici indiani, l’autobiografia del sedicente più grande musicista britannico vivente, un’isola …
Dalla quarta di copertina: Si definisce pseudobiblion un libro immaginario che viene trattato come fosse reale e quindi citato come fonte o addirittura recensito. Il che è proprio quello che farò io nelle prossime righe.
Infatti, il libro in questione parla proprio di dieci opere impresentabili e dei loro autori. Personaggi assurdi che hanno scritto (o diretto) storie folli e dallo scarsissimo successo editoriale.
Clay Robson, per esempio, è il biografo di Michael Rondello, fondatore della religione della Luce Riflessa. In questo racconto viene ripercorsa, in maniera piuttosto asciutta, la vita di Mike the Light (Rondello ndr.) che sembra sceneggiata da Hunter D. Thompson. Abbiamo racconti ancora più lisergici, come “Centopiedi e tribù in New Mexico” che rientra (a mio parere) dritto nel Weird. La lettura prosegue leggera tra alieni che danno vita a una rivoluzione anarco-libertaria, strani libri magici indiani, l’autobiografia del sedicente più grande musicista britannico vivente, un’isola di funghi, vampiri albini, una Regina delle mosche (racconto che dà il titolo al libro), un monaco buddista che diventa una guida spirituale per una comunità neonazista in Sudamerica e infine una pellicola sperimentale infarcita di messaggi subliminali per sovvertire la società capitalista.
L’impressione generale è che sia tutto falso. Ma è proprio questo il bello, e mi sono divertita molto a leggere le strampalate avventure di questi personaggi presi quasi sempre a schiaffi dalla vita. Uno splendido esercizio di fantasia, con alcuni svolazzi di sincero genio e quale tocco di volgarità che condisce sapientemente il testo.