Baylee ha recensito Il cuore dei naga di Yeongdo Lee (Il cuore dei naga, #1)
L’uccello che beve lacrime
3 stelle
Ho incrociato L’uccello che beve lacrime per caso, mentre spulciavo le nuove uscite sul blog di Troppacaffeina: ho letto di questo nuovo fantasy e ho pensato che mi andava proprio di visitare un mondo fantastico. Quindi l’ho letto totalmente ignara di tutto – a malapena avevo letto la sinossi – e devo dire che non è andata troppo male.
In linea di massima il romanzo mi è piaciuto: ho trovato interessante che, a parte gli esseri umani, si parlasse di creature che non avevo mai sentito nominare, con punti di forza e debolezza diversi da quelli soliti dei soliti elfi e nani. Inoltre, mi ha lasciato una gran voglia di sapere cosa succederà ai vari personaggi, ai quali è facile affezionarsi, e la risposta alle domande, più o meno espresse, che L’uccello che beve lacrime lascia aperte: si tratta, infatti, del primo volume di una serie che proseguirà con L’ambizione …
Ho incrociato L’uccello che beve lacrime per caso, mentre spulciavo le nuove uscite sul blog di Troppacaffeina: ho letto di questo nuovo fantasy e ho pensato che mi andava proprio di visitare un mondo fantastico. Quindi l’ho letto totalmente ignara di tutto – a malapena avevo letto la sinossi – e devo dire che non è andata troppo male.
In linea di massima il romanzo mi è piaciuto: ho trovato interessante che, a parte gli esseri umani, si parlasse di creature che non avevo mai sentito nominare, con punti di forza e debolezza diversi da quelli soliti dei soliti elfi e nani. Inoltre, mi ha lasciato una gran voglia di sapere cosa succederà ai vari personaggi, ai quali è facile affezionarsi, e la risposta alle domande, più o meno espresse, che L’uccello che beve lacrime lascia aperte: si tratta, infatti, del primo volume di una serie che proseguirà con L’ambizione dei rekon.
Tuttavia ho delle perplessità con il modo in cui il romanzo è stato scritto. Innanzi tutto, è molto difficile visualizzare le ambientazioni: Lee ci dice che c’è una città, c’è una torre, ci sono delle rovine e c’è una foresta, ma senza dettagliare abbastanza perché nella testa dellə lettorə si formi qualcosa di più specifico di una vaga idea. Un vero peccato perché questa vaghezza non dà carattere alla storia, che così potrebbe essere ambientata in qualunque universo fantasy medievaleggiante.
Un altro elemento di perplessità per me è stato lo stile. Sembra che Lee ogni tanto non sappia cosa fare della sua storia: quindi finisce per tagliare corto, per mescolare registri diversi e per farci finire in delle situazioni così inaspettate da dare l’impressione di aver saltato dei capitoli. È stata una lettura molto disorientante da questo punto di vista, perché sembra un romanzo scritto di getto e mai riletto prima della pubblicazione: sarebbe solo bastato un po’ di buon editing per avere un libro di gran lunga migliore.