Baylee ha recensito How to Be Ace: A Memoir of Growing Up Asexual di Rebecca Burgess
How to Be Ace
4 stelle
How to be ace è un memoir dove Rebecca Burgess ci racconta di come sia stato crescere come asessuale in un mondo nel quale questo orientamento era ancora sconosciuto: è diviso in sei capitoli ed è altamente probabile che, se siete statə adolescenti asessuali nei primi anni Duemila, vi riconosciate in tutto o in parte nell’esperienza di Burgess.
Il memoir inizia con How to pretend to be something you’re not e racconta che, quando sei già nella categoria delle persone strane e prese di mira daə bullə, non è facile aggiungere alle stranezze anche il fatto che non stai affatto entrando nella fase del Sogno/Voglio una relazione. Figuriamoci confessare che ti annoi a morte ogni volta che si passano le ore a parlare di ragazzə, nuove coppie, coppie scoppiate e storie strappalacrime varie. Tutto il tempo e le energie che le persone allosessuali dedicano al sesso (e/o al romanticismo) …
How to be ace è un memoir dove Rebecca Burgess ci racconta di come sia stato crescere come asessuale in un mondo nel quale questo orientamento era ancora sconosciuto: è diviso in sei capitoli ed è altamente probabile che, se siete statə adolescenti asessuali nei primi anni Duemila, vi riconosciate in tutto o in parte nell’esperienza di Burgess.
Il memoir inizia con How to pretend to be something you’re not e racconta che, quando sei già nella categoria delle persone strane e prese di mira daə bullə, non è facile aggiungere alle stranezze anche il fatto che non stai affatto entrando nella fase del Sogno/Voglio una relazione. Figuriamoci confessare che ti annoi a morte ogni volta che si passano le ore a parlare di ragazzə, nuove coppie, coppie scoppiate e storie strappalacrime varie. Tutto il tempo e le energie che le persone allosessuali dedicano al sesso (e/o al romanticismo) tu lo passi a capire come copiare il loro comportamento in modo da mimetizzarti tra di loro.
Burgess prosegue raccontandoci di come ha cercato di avere un fidanzato. È quella la via per la felicità, no? Il problema è che con questo fidanzato a un certo punto ci si aspetta di avere un rapporto sessuale: altrimenti è palese che non si tratti di amore. La tensione tra quello che vorrebbe e quello che dovrebbe volere è tale da avere delle ripercussioni importanti sia sulla salute mentale di Burgess, sia sul benessere del suo partner, che ovviamente è ferito da questa situazione: l’impossibilità di conoscere se stessə finisce per causare un sacco di dolore che non è davvero necessario. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che Burgess incroci quella parola, asessualità, e tutto inizi ad avere un senso.
How to be ace è stata una bella lettura, la testimonianza di una persona asessuale che è anche autistica, ha un disturbo ossessivo-compulsivo e non ha passato un bel momento a causa della crisi economica che l’ha accolta dopo la laurea. Eppure Burgess ci rende chiaro che tutto si affronta meglio se si conoscono i propri confini e non si ha paura di dire cosa si vuole da una relazione. Anche se non è quello che a maggior parte delle persone desidera: e va bene così.