memo ha recensito Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia (Collezione Scrittori italiani e stranieri)
Review of 'Bianca come il latte, rossa come il sangue' on 'Goodreads'
1 stella
Avviso sul contenuto Piccoli spoiler sul comportamento del protagonista
Ho sempre avuto un ingenuo ma insistente interesse per questo libro da più piccino - o meglio, per la copertina; incantevole e misteriosa raffigurazione dai sentimenti quasi onirici, non ha mai sfigurato in quella libreria di parenti dove mi capitava d'ammirarla durante cene e pranzi di natale vari.
Potete immaginare il mio disappunto, una decina d'anni dopo, nell'affrontarlo e scoprire un contenuto così scarno, debole e con un target ignoto.
Tutto ruota ad un maggiore problema: ogni cosa è inverosimile fino allo sfinimento. Il protagonista un giorno è scemo come un sasso, quello dopo diventa filosofo incredibile. Ma non solo, ha anche problemi ossessivi dato che si innamora e quasi si ammazza per una persona con cui non ha mai parlato e ha visto per sua stessa ammissione solo alla fermata dell'autobus.
Ossessività che si ripresenta in delle raccapriccianti scene di contatto fisico: lui che la trova a dormire in ospedale e la accarezza la guancia, sebbene manco si conoscessero (e nella stessa occasione si autoproclama suo fidanzato). Lui che, dopo la prima volta che si parlano, le bacia la testa. Non solo sono fuori luogo e di cattivo gusto, ma insieme alla chiara ossessività non vengono mai affrontate nel libro e lasciate lì come se fossero cose totalmente normali.
Veniamo inoltre bombardati di riferimenti casuali ai gyovany, ed ecco che spuntano come capisaldi di questo obrobrioso minestrone T9, Simpson e Playstation lanciati di qua e di la ogni tot pagine per ricordarvi che hey, sono giovani ok!! fanno cose da giovani!! pensano come giovani ve lo giuro!!
Credo di essermi soffermato ad esclamare "ma quando mai uno parla così" almeno una pagina su tre. Ed i genitori! che se ne escono ad ogni domanda con una risposta complessissima, senza doverci pensare un secondo, evidentemente in combutta con il grande professor "sognatore" (che, come nomignolo denigratorio dato dalla classe, è anche questo verosimile quanto la terra piatta).
E penso sia quella la ciliegina sulla torta, l'auto-inserimento di D'Avenia nella figura del professore supplente, che arriva e tramite un intricato sistema di specchi e leve salva il protagonista facendogli da grande maestro della vita. olè, che libro da dimenticare.