nemobis ha recensito Libera nos a malo di Luigi Meneghello
Review of 'Libera nos a malo' on 'Goodreads'
4 stelle
Questo è forse un caso in cui è meglio leggere l'introduzione prima del libro, e non dopo come al solito: è proprio vero che c'è un salto incredibile fra il primo, il secondo e il terzo terzo. Il primo terzo è tutto incentrato sul dialetto, e sarà che ormai siamo abituati alle legittimazione del dialetto (fin troppo! abbiamo quasi bisogno di un nuovo Manzoni) o che il veneto lo conosco abbastanza, o forse semplicemente sono un lettore banale che ama avere un po' di "trama" e contenuto, sta di fatto che l'ho trovato pesantissimo. Consiglio a chi si trovasse nella stessa condizione: saltatelo a piè pari, ricominciate verso pagina 80-90. (Anche se è un po' un sacrilegio, dato che come si spiega bene nell'introduzione tutto il romanzo è costruito sulla lingua; caratteristica che però si può apprezzare anche nelle ultime due parti.) In seguito il "romanzo" si fa molto piú …
Questo è forse un caso in cui è meglio leggere l'introduzione prima del libro, e non dopo come al solito: è proprio vero che c'è un salto incredibile fra il primo, il secondo e il terzo terzo. Il primo terzo è tutto incentrato sul dialetto, e sarà che ormai siamo abituati alle legittimazione del dialetto (fin troppo! abbiamo quasi bisogno di un nuovo Manzoni) o che il veneto lo conosco abbastanza, o forse semplicemente sono un lettore banale che ama avere un po' di "trama" e contenuto, sta di fatto che l'ho trovato pesantissimo. Consiglio a chi si trovasse nella stessa condizione: saltatelo a piè pari, ricominciate verso pagina 80-90. (Anche se è un po' un sacrilegio, dato che come si spiega bene nell'introduzione tutto il romanzo è costruito sulla lingua; caratteristica che però si può apprezzare anche nelle ultime due parti.) In seguito il "romanzo" si fa molto piú piacevole. Mi hanno colpito in particolare due cose: 1) La descrizione della struttura e dei valori della famiglia, il cui interesse passa sopra qualsiasi morale ufficiale. Proprio adesso che la famiglia patriarcale non esiste piú la si esalta come valore supremo, associandola però a una morale distantissima dalla realtà di quando era un valore davvero (radicato nella struttura socio-economica). Qui si capisce che cosa significa[va] davvero la "famiglia" (davvero, non ero mai riuscito a capire questo presunto "valore" di cui tanto si parla). 2) La descrizione della "compagnia" degli amici. È incredibile, in sessant'anni qui non è cambiato proprio nulla, checché se ne dica. Fulminante la parte in cui si dice che fuori dalla compagnia non c'è alcun valore, e chi non ne fa parte si sente vuoto ed emarginato dalla vita e dalla società, perciò tenta inevitabilmente una marcia di riavvicinamento. Possibile che non ci siano alternative? Che siano necessarie le sovrastrutture di una serie di rapporti sociali privi di significato e fine a sé stessi, tutto sommato noiosissimi, per costruire relazioni di qualche valore (nel libro: il matrimonio, ma anche il sesso da solo)? Qualche citazione: it.wikiquote.org/wiki/Luigi_Meneghello#Libera_nos_a_malo