L'autrice racconta alternando fumetto e puro testo la sua esperienza come persona con disprassia, un disturbo che rende più difficile la pianificazione e la coordinazione dei movimenti (ad esempio, tagliare la pizza o abbottonarsi una camicia). Il risultato è un diario molto spontaneo e anche autoironico (che non manca di criticare il nostro sistema politico e sociale), con disegni che si prendono di volta in volta lo spazio che vogliono, senza regole.