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La casa del sonno (Italian language, 1999) 4 stelle

Siamo tutti stanchi dentro

5 stelle

Due linee temporali che si incrociano tra un capitolo pari e uno dispari. Personaggi che vediamo prima studenti e poi (chi rimane) adulti. E un filo conduttore che li unisce: il sonno. Il sonno e i sogni che se sono come quelli di Sarah sono talmente realistici da confondersi con i ricordi reali, provocando guai a lei e agli altri. Sono molti i temi affrontati nel libro, collettivi e personali: dalla decadenza dell'arte e del sistema sanitario e scolastico, a quello della comprensione di se stessi, del proprio corpo e dei propri desideri. Al centro di questo puzzle complesso c'è appunto Sarah, da tutti (ad eccezione di Robert) presa in giro e considerata pazza a causa di questo disturbo di sonno/sogni che non le è stato diagnosticato. Sarah sembra un "Charlie Brown" al femminile, destinata alla sconfitta continua, eppure alla fine è l'unico personaggio a realizzarsi veramente appieno; per quanto all'apparenza passiva e in balia degli altri (sonno e sogni inclusi), Sarah segue la sua linea sempre e alla fine sembra trovare finalmente anche una stabilità con "gli altri". Sarah però non occupa così tanto spazio nel racconto: oltre a lei c'è il suo ex ragazzo (tossico) Gregory che nel disperato tentativo di controllare il sonno altrui finisce per essere lui stesso controllato dalla sua follia, c'è Robert di cui non posso dire nulla perchè rivelerei troppi colpi di scena, c'è Terry che snobba il cinema americano e più in generale gli altri che finisce per passare dal fare 14 ore di sonno al giorno al non dormire mai, passando per l'ossessione di un film perduto italiano intitolato "Sergente Cesso", il quale è un'invenzione dell'autore ma inserito così bene nella storia che ho voluto fare qualche ricercha per verificare che non esistesse veramente. Nel libro, anche se forse in modo un pò datato, si parla molto anche della comunità LGBT+ e anche se credo che a non tutti possano piacere le frasi finali di un personaggio, forse per quei tempi erano comunque qualcosa di più inclusivo e rivoluzionario di altri libri contemporanei. Non è un libro facile: pur avendo al suo interno scene esilaranti (l'incontro con il produttore al ristorante, il disastroso articolo e il meeting con i manager nell'albergo) è comunque riempito di tristezza e ansia. Lo consiglio ma so già che non è per tutti