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Videostoria (Italian language, 2018, Bompiani) 5 stelle

Questo libro mi ha fatto rivalutare la TV e i suoi protagonisti (incluso Berlusconi)

5 stelle

Ho dovuto leggere questo saggio per un esame e ne sono rimasta conquistata. Una cosa buona dell'università è stata proprio l'avermi insegnato ad apprezzare la letteratura saggistica che, nel bene e nel male, riserva sempre sorprese che altrove non si trovano. Questo libro inizia dagli anni 70, ufficialmente, ma spesso torna indietro nel tempo. Questo perché la storia del medium televisivo e della sua evoluzione è un concatenarsi lineare di eventi dove un errore del passato, o un'intuizione, ricade e rimbalza sugli anni successivi. Se anche voi siete cresciuti con il mito di una televisione migliore nell'era pre berlusconiana, sappiate che questo libro ve la smonterá. Perché da subito la politica ha deciso di utilizzare il nuovo medium come strumento, soprattutto educativo a livello morale imponendo le idee profondamente bigotte di quegli anni. Il monopolio RAI era la via più veloce per avere un controllo, sebbene nascosto, sui gusti della popolazione. L'episodio più eclatante di ciò è nel licenziamento di Vianello e Tognazzi avvenuto poche ore dopo uno sketch comico dedicato a un presidente della repubblica che era caduto da una sedia durante una diretta. Dario Fo e Franca Rame ebbero un destino analogo. In questo clima di forte ma mai esplicita censura, Berlusconi arriva a gamba tesa e propone quella che allora è una rivoluzione: la volgarità esplicita appare come sinonimo di realismo, la creazione di programmi che vedono la partecipazione di persone comuni fa sentire tutti più vicini al mondo scintillante del piccolo schermo, la possibilità a chiunque di pubblicizzare la sua attività viene vissuta come sinonimo di liberalismo. Berlusconi, con la televisione, non è stato né carnefice né vittima. È stato un figlio. È cresciuto osservando programmi che punivano i furbi e i cinici e ha deciso di prendere quei personaggi e renderli vincenti. Ha preso a sé tutti gli orfani della RAI e ha offerto loro una redenzione e vendetta. Ha costretto la stessa RAI a scendere dal suo piedistallo. Ha vinto perché i primi a sbagliare sono stati gli altri. Poi, il libro racconta anche l'incontro scontro con Inter e piattaforme streaming e riflette sul futuro, che non appare roseo ma nemmeno troppo oscuro. La televisione e i suoi protagonisti saranno duri a morire. E lo stanno già dimostrando