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Review of 'Hunting the White Witch' on 'Goodreads'

4 stelle

Alla fine di Shadowfire il protagonista Tuvek/Vazkor era partito via mare in cerca di sua madre, la Strega Bianca; Hunting the White Witch inizia subito dopo, con lo sbarco di Tuvek in una terra esotica e misteriosa. Qui il nostro eroe rimane invischiato in una lunga e corposa vicenda di intrighi di corte e fanatismo religioso, che anche se estrapolata dalla trilogia sarebbe un appassionante romanzo breve: l'autrice ci ha combinato dramma politico, scene di superstizione e millenarismo, momenti apocaliticci e conflitti fra culture, e personalmente tutto l'insieme mi ha ricordato tantissimo le Storie di Erodoto, con i capitoli cronachistici su Creso di Lidia e Dario I di Persia.
A questa lunga sezione segue l'epilogo dell'intera vicenda: un vero e proprio pellegrinaggio di Tuvek verso il nascondiglio della Strega Bianca, pervaso di raccoglimento e culminante in un climax efficace... ma molto meno interessante di quello conclusivo di The Birthgrave, che per altro ne risulta impoverito: il modo in cui le due vicende si riallacciano, infatti, toglie pathos e significato allo scioglimento del primo romanzo, pur di rendere possibile nella continuity il colpo di scena finale del secondo (a questo punto ne sono certo, Shadowfire e Hunting the White Witch vanno intesi come un romanzo unico spaccato in due parti).
Nel complesso, confermo il 4/5 già dato a Shadowfire, visto che la storia di Tuvek ha una prosa più rifinita e un ritmo più equilibrato di The Birthgrave; quest'ultimo però ha un impatto emotivo più intenso e un senso del meraviglioso decisamente superiore, e mi chiedo se non sarebbe stato meglio lasciarlo autonomo, piuttosto che "depotenziarlo" con un sequel. Ciò detto, il worldbuilding di questi romanzi è perfetto per farne un universo espanso!