cretinodicrescenzago ha recensito 300 di Frank Miller
Review of '300' on 'Goodreads'
3 stelle
Quando ero ragazzino il film 300 fu un blockbuster e ammorbò un'intera generazione con infiniti luoghi comuni e falsi storici sulla Grecia classica, così che quando mi regalarono il "fumetto del film" (sic) il mio cuoricino di antichista non se la sentì di leggerlo. Dopo più di dieci anni ho ritrovato la mia copia in solaio e ho deciso di tuffarmici, per cultura personale – del resto ho letto e apprezzato [b:Starship Troopers|54770174|Starship Troopers|Robert A. Heinlein|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1596230035l/54770174.SY75.jpg|2534973]!
Che dire, a livello di soggetto è quello che mi aspettavo: prendete la velenosa tradizione eurocentrica per cui i Greci delle città stato di V secolo (gretti provinciali e xenofobi), sono stati l'apice della civiltà umana e sconfiggendo la Persia hanno salvato le proprie conquiste culturali dal Pericolo Giallo; togliete dall'equazione gli effettivi meriti intellettuali degli Ateniesi (perché ad Atene convissero in modo paradossale progressismo e provincialismo) e limitatevi a quel filone storiografico che presenta in chiave utopica l'oligarchia militare spartana, uno stato collettivista in cui ogni anno si massacravano preventivamente un po' di schiavi; semplificate la celebrazione di Sparta in modo da renderla comprensibile agli yankee, ad esempio distorcendo la Legge Sacra di Licurgo in una riforma modernizzatrice (era conservatrice) che non osò abolire il corrotto concilio sacerdotale degli Efori (gli Efori erano un comitato di legislatori e furono istituiti da Licurgo). Niente di male a voler tirar fuori una storia melodrammatica di contrasti netti da un soggetto storico (e quindi intrinsecamente ambiguo), e anzi la sceneggiatura di Miller è impeccabilmente roboante e non contiene una parola di troppo, ma considerando il discorso culturale pregresso in cui Miller si è inserito le sue scelte artistiche danno da pensare nel migliore dei casi, repellono nel peggiore in base alla sensibilità individuale.
Passando però al disegno di Miller e alla colorazione di Valrey, è un'altra storia: impressionanti le anatomie umane, impressionanti le disposizioni delle figure, impressionante la struttura delle vignette, impressionante il contrasto cromatico fra gli Spartani bronzei e bordò e i toni dei Persiani compresi fra oro e nero corvino. A me che sono ignorante di arti figurative manca il lessico per descrivere appieno il mio apprezzamente, ma è quel livello di fumetto in cui singole tavole potrebbero benissimo funzionare come quadri, e ciò merita applausi; è una gioia per gli occhi.
Concludeno, sicuramente un'opera controversa, ma vale decisamente la pena di prenderla in mano per dibatterla a ragion veduta.
Post-scriptum: a quanto pare Miller è politicamente libertariano come lo era Robert Heinlein, dunque il mio accostamento fra i due non era campato in aria. Me compiaciuto.