cretinodicrescenzago ha recensito Dune di Frank Herbert (Dune Chronicles, #1)
Review of 'Dune (Dune Chronicles, #1)' on 'Goodreads'
4 stelle
A inizio 2020 ho letto e apprezzato [b:Lord of Light|8493781|Lord of Light|Roger Zelazny|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1465576796l/8493781.SY75.jpg|1011388] di [a:Roger Zelazny|3619|Roger Zelazny|https://images.gr-assets.com/authors/1207671346p2/3619.jpg] e ho scoperto dalla prefazione che, a suo modo, è il romanzo "rivale e complementare" del più famoso Dune; in seguito ho saputo che Dune stava per essere adattato in un kolossal hollywoodiano, e io amo i kolossal hollywoodiani (tanto quanto odio la Hollywood di serie B e C). Morale, ho violato la mia regola "niente mattoni, niente saghe di mattoni" e ho voluto leggermi il famigerato romanzo "che George Lucas copiò in Star Wars". Responso finale: maestoso.
Sì, in superficie è la storia di un adolescente di sangue blu che viene usurpato da dei malvagi cattivissimi, si rifugia presso un popolo "moralmente superiore", sviluppa le sue facoltà ereditarie sovraumane e si riscatta – l'esecuzione "monarchista" del monomito campbelliano che da Herbert è filtrata, appunto, a George Lucas e probabilmente a Terry Brooks, producendo tanta narrativa speculativa banale. Ma basta leggere davvero il testo (e non il proprio preconcetto del testo) per constatare che sul monomito si stratificano temi intrecciati, trame parallele e quel worldbuilding sovrabbondante che è la cifra della narrativa speculativa migliore: Paul non è il messia puro, ingenuo e figura Christi che piace ai conservatori cristiani, è una figura cinica e machiavellica che decostruisce il concetto stesso di figura Christi; Lady Jessica è sostanzialmente la co-protagonista e il suo sguardo è sempre un contrappunto appassionante a quello di suo figlio; la cultura dei Fremen è sì arabeggiante, ma scientemente costruita come tale (non sono dei "Beduini spaziali perché sì") e descritta nella sua materialità, evitando l'estetica del buon selvaggio ignudo; l'Imperium è sociopoliticamente complesso e ogni personaggio minore appartenente a una specifica casta sociale potrebbe essere protagonista di un romanzo sulla propria vita professionale, dai navigatori della Gilda agli assassini Mentat sino ai cicisbei del Pascià Imperatore; la trama non si fossilizza sulla resa minuta del Bildungsroman di Paul, ma lo inquadra in un intreccio di più ampio respiro che va dalla storia ecologica di Arrakis ai rapporti di forza entro l'Imperium, e io adoro quel tipo di narrazioni.
È un romanzo perfetto? Non mi azzardo a dir tanto: la terza e ultima parte liquida con riassunti ed ellissi alcuni eventi cui la prima e seconda parte ci avevano preparato con dovizia di dettagli, e questo toglie un po' di corposità al finale. Ciò nonostante, la qualità resta alta.
Tirando le somme, Dune entra a mani basse nel mio Olimpo di romanzi mondo dotati di profondità dell'ambientazione e spessore filosofico-morale, assieme a [b:The Lord of the Rings|11047557|The Lord of the Rings|J.R.R. Tolkien|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1592758189l/11047557.SY75.jpg|3462456] e a [b:The Books of Earthsea|40189386|The Books of Earthsea|Ursula K. Le Guin|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1527344422l/40189386.SY75.jpg|64676657] esperito come narrazione coesa. E il mio strappo alla regola "niente mattoni, niente saghe di mattoni" dovrà essere esteso, perché intendo leggermi anche [b:Dune Messiah|44492285|Dune Messiah (Dune Chronicles, #2)|Frank Herbert|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1577043824l/44492285.SY75.jpg|3634570] e [b:Children of Dune|44492286|Children of Dune (Dune Chronicles, #3)|Frank Herbert|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1564783201l/44492286.SY75.jpg|3634573] e completare la trilogia di Paul Atreides.