cretinodicrescenzago ha recensito Well of the Unicorn di Fletcher Pratt
Review of 'Well of the Unicorn' on 'Goodreads'
3 stelle
A suo tempo Fletcher Pratt mi è stato descritto da alcuni saggi come "il maestro statunitense di fantasy epico ingiustamente eclissato da John Tolkien" (titolo che altre fonti attribuiscono a [a:Poul Anderson|32278|Poul Anderson|https://images.gr-assets.com/authors/1218818842p2/32278.jpg], per altro), dunque nel 2020 ho voluto cimentarmi con la sua opera ultima, [b:The Blue Star|1171355|The Blue Star|Fletcher Pratt|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1487445449l/1171355.SY75.jpg|1159108] – che si è rivelata un porno a base di stupri vagamente mascherato da storia di spionaggio in un mondo secondario settecentesco...
Ora, circa un anno dopo e a mente fredda, a ho recuperato l'altro presunto capolavoro di Pratt, The Well of the Unicorn, e a questo giro sono rimasto positivamente impressionato – curiosamente, proprio come Anderson mi aveva inizialmente deluso con [b:La spada spezzata|12834738|La spada spezzata|Poul Anderson|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1339002821l/12834738.SY75.jpg|1205843] per poi riscattarsi con [b:Tre cuori e tre leoni|50092432|Tre cuori e tre leoni|Poul Anderson|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1577648746l/50092432.SY75.jpg|1559991].
Partiamo togliendoci un dente, il romanzo non è eccelso: la prosa è magniloquente e oscilla costantemente fra forme auliche e dialettismi, la trama mediamente molto dinamica si impelaga un po' troppo spesso in momenti morti, certi personaggi sono così poco caratterizzati da sembrare "nomi propri senza corpo", il lodevolissimo sforzo di Pratt di non ricorrere mai a "spiegoni", così che il pubblico debba "mettere assieme" per conto proprio i dettagli d'ambientazione, raggiunge qua e là vette parossistiche di cripticità – al punto che la mia edizione postuma include una prefazione di "geostoria e politica" che sbobina almeno i dettagli principali di worldbuilding, nel tentativo di ammorbidire il primo impatto.
Questo detto, sotto queste imperfezioni e grossolanerie si nasconde un testo validissimo che davvero fa ancora scuola: il buon ingegner Pratt ha creato un mondo immaginario politicamente complesso in cui i singoli regni e potentati assomigliano sì a Stati reali del Tardo Medioevo, ma sfuggono alle equivalenze facili e grossolane, e la magia funziona per trasmutazioni alchemiche, predizioni astrologiche ed evocazione di spiritelli come nella philosophia naturalis umanistica – e infatti gli stregoni sono necessariamente pure filosofi.
Ha messo in scena un'appassionate vicenda di insurrezioni e guerre civili, con oscillazioni di bandiera e momenti di pianificazione tattica e strategica, più alcune scene di battaglia molto gustose e altre troppo contorte.
Ha raccontato la vicenda attraverso lo sguardo di un giovanotto partito contadino e divenuto condottiero, giovanotto che a volte manca di carattere ma nel complesso dà la birra a tutti i paesanotti "Prescelti per un Destino Epico" imperanti in altri romanzi (e non solo).
Ha inserito nella vicenda disquisizioni di etica e politica (a volte troppo prolisse), deliziose leggende incastonate nella trama principale, personaggi femminili con una volontà propria (cosa non da poco per il 1948) e "uomini sodomiti" che però non muoiono male in quanto invertiti (idem come sopra).
In poche parole, ha anticipato di cinquant'anni quella formula di "dramma politico-militare in un mondo secondario" che il buon [a:George R. R. Martin|21702063|George R. R. Martin|https://s.gr-assets.com/assets/nophoto/user/u_50x66-632230dc9882b4352d753eedf9396530.png] ha popolarizzato con il suo Canto del Ghiaccio e del Fuoco, ma senza cadere nelle trappole di politicheggiamenti sempliciotti e pornografia gratuita che, secondo me, rendono estremamente mediocre e adolescenziale la scuola martiniana (trappole che, per paradosso, il Pratt leggermente più anziano ha invece anticipato in The Blue Star).
In conclusione, The Well of the Unicorn in sé e per sé è "solo" un romanzo gradevole con imperfezioni grosse, ma in termini di impatto storico è una pietra miliare tuttora da imitare sotto alcuni aspetti.