Già caldeggiatomi da persone affidabili, Pelle d'uomo è stato una piacevolissima sorpresa. La vicenda è lineare e un po' boccacciana: giovane damina di una città italiana del '400 (chiaramente Firenze-non-Firenze) sta per sposarsi e trova misterioso il fidanzato, pertanto la sua (non-fata) madrina le dona l'eponima pelle d'uomo da indossare come costume, completa di membro funzionante. Sotto mentite spoglie la Nostra bracca il fidanzato fra taverne popolate di artisti en travesti e scattano ovviamente amori omoerotici e scambi di persone, e sullo sfondo abbiamo come antagonista un predicatore pazzo che chiaramente è Savonarola-non-Savonarola. L'atmosfera generale trasuda Rinascimento e, se il finale è un po' veloce e qualche personaggio avrebbe meritato un po' più spazio, nondimeno la sensazione finale è un meritevole misto di sorriso sereno e invito all'azione nel mondo là fuori. Ma vicenda a parte, che disegni! Fra costruzione delle tavole, costruzione del colore, e dipinti e graffiti presenti entro la diegesi, l'illustratore [a:Zanzim|1205864|Zanzim|https://s.gr-assets.com/assets/nophoto/user/u_50x66-632230dc9882b4352d753eedf9396530.png] è entrato nella mia lista di fumettisti da tenere d'occhio. E quanto allo sceneggiatore [a:Hubert|128805|Hubert|https://images.gr-assets.com/authors/1608320454p2/128805.jpg], da un lato è triste averlo conosciuto con la sua opera ultima, dall'altro ci ha sicuramente lasciati con stile e può essere felice, nel suo atelier sul Parnaso.