cretinodicrescenzago ha recensito Redder Than Blood di Tanith Lee
Review of 'Redder Than Blood' on 'Goodreads'
3 stelle
Qualche anno fa ho scoperto Tanith Lee attraverso la sua opera prima, la trilogia della Strega Bianca che si apre con [b:The Birthgrave|23591060|The Birthgrave (Birthgrave, #1)|Tanith Lee|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1436198132l/23591060.SY75.jpg|1308829], ed ero rimasto stregato dalle sue trame dense, dalle atmosfere classicheggianti un po' mesopotamiche, e dai suoi protagonisti titanici; era solo questione di tempo prima che tornassi a trovarla e ho scelto, per simmetria, la sua opera ultima Redder Than Blood (completato poco prima di morire e pubblicato postumo). In più, già che c'ero, ne ho fatto una lettura condivisa con una cara amica e abbiamo commentato man mano ciascun racconto, con grandissima soddisfazione reciproca (assolutamente esperienza da rifare).
Orbene, questo volume raccoglie diciannove racconti che vanno a rivisitare fiabe tradizionali europee, organizzati tematicamente in base alla rispettiva "fonte", e apro con una buona notizia: io non sopporto le fiabe rivisitate che ripercorrono paro paro la trama tradizionale con variazioni minime e superficiali tipo "trasliamola nel mondo moderno" o "invertiamo protagonista e antagonista" (sì sto guardando te, Once Upon a Time della ABC), e fortunatamente i racconti di Lee sono tutti rivisitazioni serie: sono storie originali che riprendono dal folklore personaggi, temi o situazioni ma sviluppano intrecci propri, risultando così in delle vere "fiabe d'autore".
Ciò detto, partiamo dal negativo: circa un terzo dei racconti non mi ha convinto del tutto, poiché Lee ha riproposto più volte delle scelte di tono e struttura che sinceramente non sono il mio: da un lato brani come l'eponimo "Redder Than Blood", "Blood-Mantle" oppure "The Beast and the Beauty" presentano una trama relativamente scarna e concentrano il loro succo in una riflessione etica-filosofica finale, che però mi è saputa in tutti i casi di pretestuoso e contorto; dall'altro lato "Snow-Drop", "She Sleeps in a Tower" e, soprattutto, My Life as a Swan spingono fin troppo l'acceleratore sul truculento e sul morboso per creare un'atmosfera di malsanità, orrore e tribolazione – procedimento che non condanno in sé, ma che secondo me, in questi casi, rasenta la pornografia della violenza e in My Life as a Swan va pure a rovinare una splendida sezione centrale di lirismo bucolico. Poi vabeh, "Open Your Window, Golden Hair" vira direttamente sull'orrore lovecraftiano, cioè una tradizione che a me non piace più da anni...
Spostiamoci sul positivo: i rimanenti due terzi circa della raccolta sono di buona qualità e vanno dall'intrattenente al meritevole, con alcune punte di genio; in particolare ho adorato la Biancaneve dieselpunk in Ruritania (e ha senso!), il Tremotino mescolato con i misteri di Demetra in contesto di Tarda Antichità (e ha senso!), la Bella Addormentata con "banale" inversione di buoni e cattivi (che però funziona come un orologio svizzero), il più bel racconto erotico a tema Cappuccetto Rosso che mai incontrerete (Regola 34 compresa) – e una versione di Raperonzolo come idillio bucolico, che mi ha fatto letteralmente lacrimare gli occhi.
Tutto sommato la raccolta poteva benissimo essere un 3,5/5, ma ho dovuto decurtare mezzo punto siccome la casa editrice DAW Books ha deciso di fare una Gollancz-ata e ha messo in vendita un volume strapieno di refusi ortografici. Male male!