cretinodicrescenzago ha recensito Donne, razza e classe di Angela Davis
Review of 'Donne, razza e classe' on 'Goodreads'
5 stelle
Da Europeo bianco mi ha sempre lasciato perplesso la Kulturkampf della Destra statunitense per bandire dalle scuole la "Critical Race Theory" in quando sociologia "anti-americana" – ma siccome sono pigro e un po' miso-yankee non mi ero mai scomodato a documentarmi sul serio in merito. Poi però anni a sentire di sfuggita il suo nome mi hanno indotto a leggere qualcosa di Angela Davis, così sulla fiducia, e niente, è stata una di quelle esperienze che ti ribaltano il cervello e ti cambiano seriamente la visione di mondo.
A volerlo definire in due parole, Donne, razza e classe è un saggio di storia socioeconomica statunitense dal primo Ottocento agli anni 1970, e a quanto pare è stato un testo fondativo della sociologia intersezionale (in due parole, "una persona può appartenere contemporaneamente a più fasce sociali marginalizzate e subire più oppressioni intersecate"), ma questa definizione sarebbe riduttiva: Donne, razza e classe è un'operazione scientifica che denuda il re e rivela l'elefante nella stanza, e squaderna con una prosa cristallina e torcibudella la natura costitutivamente oligarchica e violenta degli Stati Uniti d'America. Attingendo a testimonianze autoptiche di attivisti e attiviste, pubblicazioni scientifiche e politiche, stampa d'epoca e contemporanea, e a tanto altro, Davis dimostra in modo inoppugnabile che le violenze fisiche e sessuali sistematiche attuate dai piantatori bianchi della Dixieland non riuscirono mai a distruggere del tutto le comunità afroamericane schiavizzate e la loro autonomia socioculturale, relativamente egalitaria in termini di ruoli di genere generi; che a inizio Ottocento l'industrializzazione del Nord-Est distrusse reti di economie domestiche agrarie in cui le donne godevano di una posizione produttiva altamente stimata, innescando sia lo sfruttamento della manodopera migrante sia la segregazione delle donne benestanti nel costrutto sociale della casalinga; che dagli anni 1840 in poi ci furono tentativi reiterati di alleanza fra il movimento antischiavista e quello suffragista, regolarmente compromessi dal retroterra sessista o razzista degli attivisti bianchi e dalla plateale infiltrazione di oligarchi (sia agrari sia industriali, sia Repubblicani sia Democratici) per assicurarsi di cambiare tutto senza cambiare niente; che dopo la "Ricostruzione" il Paese fu attraversato da un'ondata sistematica di squadrismo fascista ante litteram grazie alla quale i Neri furono ri-segregati e la battaglia per il suffragio femminile scissa da ogni rivendicazione di giustizia sociale, in modo da innescare una guerra fra minoranze; che tale oppressione è rimasta strutturale agli USA per un secolo buono e si è manifestata in egual misura nei linciaggi e stupri di gruppo contro persone Nere, nella sterilizzazione forzata delle persone non bianche associata alla contraccezione negata a quelle bianche (in ottica esplicitamente eugenetica), nella repressione dei movimenti sindacali e nell'imperialismo in America Latina e Asia Pacifica... e chiunque non viva in una caverna saprà notare il filo conduttore fino alla "Destra alternativa" odierna, fatta di millenarismo cristiano e svastiche.
Che dire, una ricostruzione così lucida di un sistema di oppressione violenta, sostanzialmente degno dell'antica Sparta ma su una scala milioni di volte superiore, non può non scuotere la coscienza e spingere a scendere in campo, finché ci sarà tempo, stavolta attuando davvero una solidarietà trasversale a classi e razze. Grazie dottoressa Davis, ci si vede in barricata.