cretinodicrescenzago ha recensito The Monsters and the Critics di J.R.R. Tolkien
Review of 'The Monsters and the Critics' on 'Goodreads'
4 stelle
Avevo in casa The Monsters and the Critics and Other Essays sin da quand'ero ragazzino ma sinora l'avevo solo sfogliato, e del resto non avevo la testa per capirlo; è servito il primo anno di lavoro per tuffarmici come si deve in cerca di sapere, e la nuotata è valsa la pena; ovviamente non posso sapere se in aula il prof. Tolkien fosse sempre il fine parlatore che traspare da queste conferenze scritte a tavolino, ma a naso la qualità delle sue lezioni sembra davvero alta e probabilmente molti suoi allievi pagavano volentieri la retta solo già per i suoi corsi — un'esposizione tecnica così limpida e sempre radicata nei dati concreti, sentimentale spesso ma non prolissa, è la cifra del vero luminare universitario rispetto alla cariatide prolissa, e suscita ancora più ammirazione in noi Italofoni che siamo stati condannati alle auliche scorregge spitzeriane di [a:Gianfranco Contini|37889|Gianfranco Contini|https://images.gr-assets.com/authors/1514900073p2/37889.jpg].
Lodi generali a parte, che hanno di buono i singoli saggi? Nell'ordine:
- The Monsters and the Critics ci spiega che il Beowulf è un'elegia su re Beowulf (uomo o mito? non importa) in cui l'Anonimo Poeta accosta in un dittico il battesimo del sangue di Beowulf contro Grendel e la sua estrema impresa senile contro il drago, in una sintesi e transizione fra il vecchio mondo degli eroi germani in cerca di Bella Morte e quello che diverrà il cavaliere del mondo nuovo pienamente cristianizzato. Favoloso, e da solo vale il prezzo del biglietto.
-On translating Beowulf ci insegna qualche nozione basilare e ben comprensibile sul lessico dell'Anglosassone, in particolare la tanto chiacchierata figura retorica del "kenning", e offre pure una panoramica tanto affascinante quanto complicata sulla prosodia e metrica del poema. Intenso.
-Sir Gawain and the Green Knight è un'esposizione molto tecnica sulla struttura della materia e lo sviluppo tematico del poema trecentesco in esame; accessibile il discorso di etica, ovviamente i rapporti con il resto della tradizione Medio Inglese richiedono conoscenze specifiche (e non medievistica generale).
-On Fairy-Stories è l'altro gioiello della corona, trattasi del testo programmatico in cui Tolkien ha enunciato la sua definizione di "racconto di fate" (o meglio ancora, "racconto fatato" o "racconto fantastico") come attività di "sub-creazione" che produce un "mondo secondario" e vi colloca storie basate sui grandi temi morali, per fornire "escapismo propositivo" ed "eucatastrofe" – e mi sto limitando ai concetti principali, perché il testo è una miniera di spunti e probabilmente se ne potrebbe tirare fuori tutta una ermeneutica.
-English and Welsh confesso di averla saltata, perché va bene l'accessibilità ai profani, ma questo è materiale per Celtisti e Germanisti!
-A Secret Vice è un gradevole testo minore che tesse l'elogio della creazione di lingue artificiali come arte di nicchia, il pezzo forte sono i poemi in elfico (presumo Quenya) per gli estimatori.
-Il Valedictory Address è nientemeno che il vecchio Tolkien alla festa di pensionamento che decide di ritirarsi con il botto e smitraglia i suoi nemici accademici con tutte le frecciate conservate in cartuccera per quarant'anni, buona parte delle quali tristemente applicabile anche ad altre facoltà, di altri atenei, in altri tempi e luoghi (tutto il mondo è paese). Novantadue minuti di applausi per il paragrafo "Lit e Lang sono le due parti dello stesso gemello siamese: questa è la facoltà non di Lingua e Letteratura Inglese bensì di Inglese punto". La degna conclusione non solo della cavalcata professionale del prof. John Ronald, ma anche delle nostre lezioni postume.