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Unknown Quantity (2007, Plume) 4 stelle

Review of 'Unknown Quantity' on 'Goodreads'

4 stelle

Nella matematica che si fa a scuola la geometria quanto quanto è comprensibile: le figure almeno le si vede. L'analisi matematica, con derivate e integrali, è appannaggio di pochi (s)fortunati. Ma quello che probabilmente fa odiare a tutti la matematica sono le equazioni e i polinomi; quello che viene chiamato algebra. Un libro come questo, che racconta la storia dell'algebra partendo dai babilonesi per arrivare al ventunesimo secolo, potrebbe essere visto come il fumo negli occhi. Non è così, per fortuna. Il punto di vista di Derbyshire, che fa lo scrittore ma in fin dei conti è laureato in matematica, si può sintetizzare dicendo che l'algebra è il modo che la matematica ha per rendere astratte le cose concrete. Così le formule numeriche babilonesi ed egizie sono i primi esempi "algebrici", ancora legati a esempi assolutamente concreti: col passare dei secoli si è inizialmente riusciti a immaginare che ci possano essere delle incognite, cioè dei valori che non conosciamo ancora ma che possiamo trattare come numeri; dei coefficienti, degli enti che sono sì dei numeri ma non ci interessa quali siano; dei nuovi tipi di numeri, negativi e immaginari; fino ad arrivare alle strutture come matrici, gruppi, anelli che nascono da esempi concreti e poi si iniziano a studiare come enti per conto proprio da cui si può addirittura proseguire nell'astrazione.
Gli sviluppi della seconda metà del '900 sono almeno a mio parere incomprensibili e si possono tranquillamente saltare, ma il resto del libro è piacevole, e tra l'altro Derbyshire sembra farsi un punto d'onore a fare conoscere tutti i matematici che hanno fatto scoperte che poi sono state chiamate coi nomi di altri matematici. Questo significa che finalmente non sarete costretti a sorbirvi solo i soliti Abel e Galois: vi pare poco?