Review of "Il Tullio e l'eolao più stranissimo di tutto il Canton Ticino" on 'Goodreads'
5 stelle
Ma dove vai, se il tuo eolao non ce l'hai?
Il mio amico Paolo Gualandris ha presentato questo libro nella sua rubrica su La Provincia di Cremona. Ho visto la videointervista, ho letto alcune pagine dell'anteprima e ho deciso che il libro doveva essere mio; e non mi sono affatto pentito.
Per darvi un'idea di che tipo di libro sia, pensate a una via di mezzo tra il primo Benni e Aldo Giovanni e Giacomo che fanno gli svizzeri. La storia di per sé è surreale; un bambino ticinese di dieci anni (il Tullio: mi raccomando l'articolo) che sta per iniziare l'ultimo anno delle elementari trova questo animale mutante che si nutre principalmente di biscotti con le gocce di cioccolato fondente e dentrificio a doppia azione sbiancante e ci si affeziona immediatamente. Ma d'altra parte la famiglia Ghiringhelli è tutto un programma, con la mamma che praticamente tiene da sola in piedi la filiale locale della Banca d'Elvezia gestendo i vari vicedirettori, vicevicedirettori e vicevicevicedirettori, il babbo che è un poeta avanguardista che per lavoro traduce manuali di istruzione ma lo fa solitamente in versi, e una sorella adolescente che è come tutte le ragazze adolescenti. Dimenticavo: la famiglia è italosvizzera, ma a essere italiana è la mamma. Nel corso del libro vediamo le trasformazioni di Tullio e dell'eolao durante tutto l'anno scolastico, troviamo tantissimi personaggi sia intorno al Tullio che nella sua testa (e in quella di qualcun altro), impariamo tantissime cose sugli eoleolaolai - il plurale è irregolare, ma d'altra parte il libro è pieno dei cosiddetti superlativi iperbolici, e troviamo una caterva di gatti di casa Ghiringhelli, tutti battezzati dal padre del Tullio con avverbi o congiunzioni. In tutto questo Rigiani riesce anche a infilare temi seri, come la compagna di banco del Tullio che ha due mamme; il risultato è che tutta la classe comincia a stilare una classifica delle differenze tra i loro genitori per capire quali di essi sono i "più diversi". (Spoiler: il fatto che siano dello stesso sesso non dà molti punti).
Unica pecca del libro, e anche in questo mi torna in mente Benni, è il finale; personalmente l'avrei terminato una pagina prima, quando l'eolao "rinato" torna dal Tullio. Nota di merito, invece, la citazione della vorace bestia bugblatta mentre mezzo canton Ticino (e un po' di genovesi) si trova nel palazzo della fantaveterinaria. È chiaro che Rigiani ha studiato i grandi classici.