La macchina della realtà

Urania #131

Brossura, 377 pagine

lingua Italiano

Pubblicato il 01 Novembre 2013 da Mondadori.

ISBN:
978-977-17-2164-2
Copied ISBN!
3 stelle (2 recensioni)

The Difference Engine (1990) is an alternative history novel by William Gibson and Bruce Sterling. It is widely regarded as a book that helped establish the genre conventions of steampunk. It posits a Victorian era Britain in which great technological and social change has occurred after entrepreneurial inventor Charles Babbage succeeded in his ambition to build a mechanical computer (actually his Analytical Engine rather than the difference engine). The novel was nominated for the British Science Fiction Award in 1990, the Nebula Award for Best Novel in 1991, and both the John W. Campbell Memorial Award and the Prix Aurora Award in 1992.

6 edizioni

ha recensito La macchina della realtà di Bruce Sterling

Non sapevo cosa fosse lo steampunk

4 stelle

Bello, forse mi ha lasciato un po' freddo il finale, ma nel complesso è scritto bene, e si vede che c'è un lavoro da romanzo storico dietro. Pensavo di avere un'idea di cosa fosse lo steampunk ma mi sbagliavo. Tutta l'idea di come poteva diventare la civiltà di fine ottocento se fosse stato introdotto un oggetto in grado di elaborare grosse moli di informazione è geniale, la società del controllo che si sviluppa col vapore, i luddisti ancora pericolosi mentre già si comincia a schedare in massa la popolazione, gli artisti digitali che si esibiscono nei teatri per supportare vecchi avventurieri in pensione. A differenza di altri romanzi del genere qua veramente non si capisce quando si passa dalla storia all'ucronia e viceversa

Boh

1 stella

Quello che evidentemente è cominciato con un racconto ok, è precipitato rapidamente in uno sconclusionato susseguirsi di eventi che seguono un protagonista piatto in un mondo esageratamente dettagliato per la storia che sta raccontando. La mancanza di motivazioni dei personaggi, la nebulosa trama che procede in maniera totalmente randomica e la verbosità delle digressioni storiche lo rendono uno dei più tediosi romanzi di genere. A malincuore, ma l'ho mollato prima di un epilogo di 80pag di cui non mi interessava più nulla.