nemobis ha recensito LA STATUA DI SALE di Gore Vidal
Review of 'LA STATUA DI SALE' on 'Goodreads'
4 stelle
Cominciamo dalla parte facile: l'ho letto con molto gusto e divertimento, ne sono stato decisamente assorbito e si è lasciato bere scorrevolmente; inoltre è un libro importante per il suo essere "un documento umano", come scrive Mann, peraltro di un settore a quel tempo ignorato dell'umanità e senza essere pesante, dato che anche le pagine più "descrittive" non sono troppo invadenti (il narratore si fa sentire ma il suo "guardate un po' cosa succede intorno a voi" non si allontana troppo dalla storia e forse nemmeno dal punto di vista del protagonista, che potrebbe anche dirci le stesse cose). Il difficile è giudicare l'opera e il suo significato (non che ci sia necessario, ci si potrebbe anche accontentare della lettura piacevole). L'autore nella sua prefazione ci dice che il suo scopo era dimostrare il fallimento del romanticismo, e anche il titolo (quello italiano in particolare) ci mette in guardia dall'essere …
Cominciamo dalla parte facile: l'ho letto con molto gusto e divertimento, ne sono stato decisamente assorbito e si è lasciato bere scorrevolmente; inoltre è un libro importante per il suo essere "un documento umano", come scrive Mann, peraltro di un settore a quel tempo ignorato dell'umanità e senza essere pesante, dato che anche le pagine più "descrittive" non sono troppo invadenti (il narratore si fa sentire ma il suo "guardate un po' cosa succede intorno a voi" non si allontana troppo dalla storia e forse nemmeno dal punto di vista del protagonista, che potrebbe anche dirci le stesse cose). Il difficile è giudicare l'opera e il suo significato (non che ci sia necessario, ci si potrebbe anche accontentare della lettura piacevole). L'autore nella sua prefazione ci dice che il suo scopo era dimostrare il fallimento del romanticismo, e anche il titolo (quello italiano in particolare) ci mette in guardia dall'essere nostalgici. Però che Jim sia uno sciocco lo sappiamo fin dall'inizio, quando rinuncia a tutto e parte alla disperata senza nemmeno sapere prima dov'è Bob, sperando di incrociarlo da qualche parte nell'oceano; a che serve tutto il resto della storia? Va bene, ci vengono presentati e demoliti diversi personaggi che blaterano d'amore e/o matrimonio, ma gli altri sono anche peggio (non sappiamo se siano felici perché nessuno glielo chiede, ma niente lo lascia supporre). Inoltre l'evoluzione di Jim è inspiegabile, anche se appare naturalissima e inarrestabile; la conclusione poi è davvero incomprensibile, considerato che Jim solo poche pagine prima ipotizzava un riavvicinamento lento e inesorabile una volta tornati nel paese d'origine e sapeva benissimo che Bob non avrebbe ceduto subito. Forse avrebbe dovuto seguire subito Bob senza diplomarsi, oppure avrebbe dovuto seguire il consiglio della madre e tornare a casa per poi riavvicinarsi a Bob gradualmente, oppure durante la storia essendo fissato con Bob ha perso delle occasioni che né noi né lui abbiamo visto? Non che sarebbe cambiato qualcosa, alla fine l'incontro con Bob sarebbe stato comunque una delusione, avendolo troppo idealizzato; si potrebbe accettare questo compromesso sulla tesi dichiarata dall'autore e considerare l'opera coerente (e, ovviamente, senza speranza). La verità però credo che sia semplicemente che Vidal ha molto forzato il personaggio (che nella prefazione dice essergli sfuggito di mano), forse perché aveva bisogno che facesse certe cose per poterci mostrare tutto un certo mondo e costruire il suo "documento umano"; e dopo averlo così "corrotto", per essere più sicuro, gli ha anche fatto fare qualcosa di irreparabile. Chissà, forse è questa la "carenza" di cui Mann taccia l'opera. Può essere che nella versione originaria (tradotta in italiano col titolo "La città perversa") si capisca di più, poiché leggo che sono stati tagliati molti passaggi introspettivi.