XX ha recensito Il banchetto annuale della confraternita dei becchini di Mathias Enard
Francia profonda
5 stelle
Probabilmente conquistato dal titolo molto intrigante, questo libro è stata una bella scoperta. Si tratta, in breve, di un racconto della Francia provinciale più profonda nella sua evoluzione e nel suo stato odierno, compiuto attraverso una serie di ritratti e diversi punti di vista. Andiamo con ordine: il libro parte col diario di un etnologo parigino, un dottorando che si trasferisce in provincia per una ricerca. Dopo poche pagine si chiarisce che razza di imbecille sia quest'uomo (e non è frequente leggere un punto di vista di un imbecille) e come il suo atteggiamento nei confronti dei paesani sia orribile. Quando il punto di vista del visitatore ha tracciato un quadro abbastanza completo del contesto, il libro cambia. Si parte con una serie di piccoli ritratti, avanti e indietro nel tempo, di persone e a volte animali che sono vissuti o stanno vivendo nella zona, ricostruendo piano piano un puzzle …
Probabilmente conquistato dal titolo molto intrigante, questo libro è stata una bella scoperta. Si tratta, in breve, di un racconto della Francia provinciale più profonda nella sua evoluzione e nel suo stato odierno, compiuto attraverso una serie di ritratti e diversi punti di vista. Andiamo con ordine: il libro parte col diario di un etnologo parigino, un dottorando che si trasferisce in provincia per una ricerca. Dopo poche pagine si chiarisce che razza di imbecille sia quest'uomo (e non è frequente leggere un punto di vista di un imbecille) e come il suo atteggiamento nei confronti dei paesani sia orribile. Quando il punto di vista del visitatore ha tracciato un quadro abbastanza completo del contesto, il libro cambia. Si parte con una serie di piccoli ritratti, avanti e indietro nel tempo, di persone e a volte animali che sono vissuti o stanno vivendo nella zona, ricostruendo piano piano un puzzle che compone la vita in campagna, con alcune storie episodiche e altre più dominanti e ricorrenti. Contemporaneamente, l'autore espone la sua visione di quel che succede dopo la Morte, tema che permea il libro. E infatti l'eponimo banchetto avviene a metà del libro, ed è una gustosissima e sterminata descrizione di crapuloneria, una celebrazione della vita e della morte. Verso la fine, torna il punto di vista dell'etnologo. Per il quale qualcosa è cambiato. Oltre a tutto ciò, ho trovato il libro scritto e tradotto molto bene, con un gusto per la parola e la precisione della terminologia che credo renderebbe il libro molto apprezzabile se letto in francese, con un livello di conoscenza della lingua approfondito.